Le case farmaceutiche “velocizzavano” le medicine con viaggi premio e mazzette. Tra gli otto arrestati due funzionari dell’Aifa

Data:
25 Maggio 2008

 
 
 

Da cronacaqui.it – 22 maggio 2008

 
 
Torino 22/05/2008 – Come ai tempi di Danilo Poggiolini. Il potente direttore generale del ministero della Sanità che, per più di un decennio, si faceva pagare salatamente dalle case farmaceutiche che chiedevano l’autorizzazione per mettere sul mercato nuove medicine. Poggiolini accettava di tutto, nella sua abitazione furono trovati lingotti d’oro, diamanti e pietre preziose, mazzette di denaro contante.

Quei tempi sembravano finiti invece, una lunga e complessa attività investigativa del Nas (Nucleo Anti Sofisticazioni dei carabinieri), coordinato dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, ha portato alla luce una corruzione sistematica che coinvolge i vertici dell’Aifa, l’agenzia del ministero della Salute che dovrebbe vigilare, a tutela della salute pubblica, sull’immissione dei farmaci sul mercato nazionale. Sono 30 le persone indagate, una decina i torinesi, e 8 quelle che, nella giornata di ieri, si sono viste notificare dagli uomini del capitano Michele Tamponi e del maresciallo Loreto Buccola, altrettante misure cautelari. Di questi, quattro sono finiti in carcere e gli altri agli arresti domiciliari.

Due sono alti dirigenti dell’Aifa che, in cambio di mazzette, regalie e viaggi premio, “facilitavano” le procedure necessarie alle case farmaceutiche per commercializzare i loro prodotti. In manette è finito il numero due dell’Aifa, Pasqualino Rossi, rappresentante per l’Italia presso l’Agenzia Europea del Farmaco. Ai domiciliari anche una sua collega, Antonella Bove, delegata ai rapporti con le aziende. A subire l’onta degli arresti, convalidati dal Gip Sandra Recchione, anche noti titolari di ditte specializzate nel procurare alle case farmaceutiche i permessi necessari: Matteo Mantovani, Sante Di Renzo, Mario Umbro, Piera Campanella e Francesca Fiorenza.

Le indagini erano cominciate nel 2005 quando venne denunciato uno studio “taroccato” di bioequivalenza (necessario per verificare se la medicina produce effetti diversi da quelli indicati sul “bugiardino”) su un farmaco generico che avrebbe dovuto essere venduto da lì a poco. L’autore del falso era un chimico torinese. Guariniello e i suoi sostituti, Sara Panelli e Gianfranco Colace, hanno cominciato ad indagare. Da allora di strada ne hanno fatta parecchia, verificando un malcostume generalizzato e diffuso in tutto il Paese. Alle indagini hanno partecipato anche i nuclei dei Nas di Alessandria, Padova e Roma e, sulla vicenda, oltre alla procura torinese, procederà anche quella di Roma.
Top secret, per ora, il nome delle case farmaceutiche coinvolte e dei farmaci, generici e non, commercializzati illegittimamente. Da registrare, infine, un laconico comunicato dell’Aifa che smentisce un diretto coinvolgimento dell’agenzia nella vicenda penale.

 
Nuovo filone nell’inchiesta sull’Agenzia per i farmaci. Istituita commissione ministeriale
Silvio Garattini: "Fuori i nomi". Ma per il ministero della Salute "non c’è pericolo"
Farmaci truffa, è "disastro colposo"
Ventidue specialità sotto controllo
 
Da “La Repubblica” 24 maggio 2008
 
TORINO – Disastro colposo per la messa in commercio di farmaci non perfetti. Si apre un nuovo filone nell’inchiesta piemontese sull’Agenzia per i farmaci. Ventidue medicine in commercio sono sospettate di essere dannose per la salute dell’uomo. Il farmacologo Silvio Garattini chiede che siano resi nomi i nomi delle specialità: "E’ da incoscienti lasciare in giro farmaci a rischio per i cittadini e non dire quali siano".

Il ministero: "Non c’è pericolo". Ma il ministero della Salute getta acqua sul fuoco: "Sono specialità conosciute nel mondo, testate da anni. Non c’è pericolo alcuno" ripetono. Ammettono che su alcuni "bugiardini", i foglietti illustrativi contenuti nelle medicine, qualche controindicazione era stata soppressa per rendere più facile ottenere la licenza di vendita, "ma è stato messo già tutto in ordine". Temono la psicosi a Roma e non vogliono che nei cittadini si diffonda l’idea che in commercio ci siano farmaci che possono far male. "Non c’è pericolo", si ostinano a ripetere al ministero.

Soldi in cambio di omissis. Nell’occhio del ciclone, unantinfiammatorioche, nonostante potesse provocare "gravi danni al fegato" non è stato sospeso dal commercio, "dimostrazione – dice la Procura – che c’è stata una corruzione". Altro caso è quello che riguarda la commercializzazione di un anestetico locale "che – come scrivono i giudici – presenta un difetto a causa del quale due fiale diverse non sono distinguibili tra loro, con evidenti conseguenze per la salute pubblica". Anche questa volta sembra che i funzionari infedeli dell’Aifa abbiano chiuso un occhio in cambio di laute mance. Secondo il gip, "la gravità del comportamento di certuni che non esitano a tutelare gli interessi commerciali della società produttrice dei farmaci a scapito delle conseguenze per la salute dei pazienti, è emblematica".

 

Dossier compiacenti. E poi ci sono psicofarmaci, antibiotici, diuretici, antipertensivi, antiasmatici a base di principi attivi che, scaduti i canonici dieci anni del brevetto, dovevano essere nuovamente sperimentati con tutti i crismi, ma che sono stati proposti con modalità poco convincenti. Si parla di società che hanno svolto le analisi preparatorie all’estero, in Ucraina, con modalità poco sicure; di pratiche sbrigate dall’Aifa troppo celermente; di dossier piuttosto compiacenti.

Istituita commissione ministeriale. Una speciale commissione d’inchiesta composta da tre saggi istituita dal sottosegretario alla salute Ferruccio Fazio affincherà i magistrati piemontesi nell’inchiesta. Agli arresti da un paio di giorni sono finiti in otto: due i corrotti, alti dirigenti dell’Agenzia per i farmaci; sei i corruttori, dipendenti di case farmacautiche o di agenzie di intermediazione.

"Niente contro la salute dei cittadini".
In questi mesi ci sono stati pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, la documentazione video del passaggio di una mazzetta. Le prime ammissioni, infine, sono arrivate. Il procuratore di un’azienda farmaceutica indagato per corruzione ha confessato di aver passato dei soldi ad un presunto dipendente dell’Aifa per rendere più facile l’iscrizione nel prontuario. "Ho ricevuto regali – ha detto l’imputato – ma non ho fatto niente contro la salute dei cittadini".


  
(AGI) – Roma, 23 mag. – La Federconsumatori e’ pronta a costituirsi parte civile per l’inchiesta che la Procura di Torino ha aperto nei confronti dell’Aifa e di alcune aziende farmaceutiche. “La gravita’ del comportamento assunto da alcuni dirigenti dell’Aifa e da alcune aziende nell’accelerare o rallentare l’iter di verifica dei farmaci prima dell’immissione in commercio, per tutelare gli interessi commerciali delle societa’ produttrici – spiega Federconsumatori in una nota – mette in serio pericolo la salute dei cittadini. Si rendano pubblici i nomi dei farmaci coinvolti nello scandalo, i cittadini hanno il diritto di conoscere quali sono tali medicinali perche’, un uso inconsapevole, può provocare rischi alla salute dei consumatori. E’ in gioco la salute di milioni di cittadini perchè, ancora una volta, gli interessi commerciali delle aziende prevalgono sulla tutela della salute pubblica”. Federconsumatori “seguirà attentamente lo sviluppo delle indagini e dei provvedimenti che saranno avviati e invita la Magistratura a fare al più presto chiarezza su questo gravissimo caso”.
 

Ultimo aggiornamento

25 Maggio 2008, 11:35

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