Professionisti senza Pec il Mise scrive agli Ordini. Fnom: ai medici non serve (da DoctorNews33 del 18 maggio 2016)

Data:
18 Maggio 2016

«La minaccia di commissariare gli Ordini provinciali dei medici se non comunicano puntualmente gli indirizzi di posta elettronica certificata degli iscritti è qualcosa di inconsistente. Il problema non è nostro. Il professionista o non ha la casella Pec o, se ce l’ha, non la comunica». Luigi Conte segretario Fnomceo replica al Ministero dello Sviluppo che in una nota invita i 106 Ordini ad aggiornare l’indirizzario secondo le cadenze di legge con cadenze mensile e poi quotidiana come da Finanziaria 2012. Il Mise ricorda che da gennaio di quell’anno, “l’omessa pubblicazione dell’elenco o il rifiuto reiterato di comunicare alle pubbliche amministrazioni i dati, costituiscono motivo di scioglimento e di commissariamento del Collegio o dell’Ordine inadempiente”. Il Mise ha scritto anche alla Fnomceo, lamentando che ad oltre tre anni dall’istituzione dell’Indice nazionale degli indirizzi Pec (Ini-Pec) alcuni ordini o non provvedono da molto tempo ad aggiornare l’Ini-Pec, o non confermano l’assenza di aggiornamenti degli indirizzi Pec.

«Non possiamo farci nulla – dice Conte – nel mio Omceo a Udine ogni settimana ricordiamo con un trafiletto nella newsletter agli iscritti di comunicarci la loro casella Pec. Ma a fronte di un obbligo che noi Ordini abbiamo di trasmettere dati al registro Ini-Pec, pena sanzioni, il professionista ha un obbligo di dotarsi di Pec la cui inosservanza non viene sanzionata». Si arriva così al paradosso: dei 1.285.000 indirizzi censiti dal Mise attualmente su 1700 ordini e collegi professionali, mentre il 93% degli avvocati e il 94% dei commercialisti ha la Pec, nei 106 Omceo siamo fermi a quota 100 mila medici e dentisti su 430 mila professionisti. Migliorerebbe così di pochissimo il dato del 2014, quando un’inchiesta di Odontoatria33 aveva verificato che meno del 30% degli iscritti all’Albo degli Odontoiatri e poco più del 20% degli iscritti a quello dei Medici aveva comunicato al proprio Ordine l’indirizzo Pec.

«Il sistema anagrafico ordinistico è a regime, ogni mese che si fa un direttivo provinciale ogni ordine provvede ad aggiornare con ingressi, uscite, rinnovi, correzioni le varie caselle e a trasmettere all’Anagrafe Ini-Pec. Da questo punto di vista non siamo minimamente carenti. La risposta – dice Conte – è invece carente nell’accesso. È talmente poco appetibile la “casella Pec” per i medici che malgrado qualche ordine provinciale abbia acquistato decine di migliaia di caselle per metterle a disposizione degli iscritti, queste giacciono in gran parte inutilizzate. Confermo quanto detto in passato: per la maggioranza dei medici la Pec non è strumento abituale di lavoro, lo è soprattutto tra i Ctu che devono trasmettere i loro atti ai tribunali».

Ultimo aggiornamento

18 Maggio 2016, 03:26

Commenti

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Salvataggio di un cookie con i miei dati (nome, email, sito web) per il prossimo commento

Powered by Cooperativa EDP La Traccia