Choosing wisely, le prime 5 pratiche da evitare in odontoiatria (da doctornews33 del 21 ottobre 2016)

Data:
23 Ottobre 2016

È recente l’adesione anche dell’American dental association (Ada) a “Choosing wisely” (scegliendo saggiamente) – iniziativa varata nel 2012 dalla Fondazione Abim (American board of internal medicine) con lo scopo di individuare in ogni specialità medico-chirurgica una serie di “5 pratiche che medici e pazienti dovrebbero rimettere in discussione” perché considerate dalle stesse società scientifiche inutili se non deleterie, sotto il profilo sia clinico sia economico-sanitario.

Quanto segue sono i consigli che gli odontoiatri d’Oltreoceano hanno ritenuto fondamentale inserire nella propria “Top 5 list”:

1) Non raccomandare un dentifricio senza fluoro per neonati e bambini. Il beneficio di un dentifricio contenente fluoro deriva dal suo effetto topico sullo smalto dentale grazie all’interruzione della sua demineralizzazione causata da acidi batterici e il potenziamento della rimineralizzazione della superficie dello smalto. Il beneficio anticarie inizia con l’eruzione del primo dente primario. Lo spazzolamento con un dentifricio senza fluoro non fornisce alcun beneficio anticarie. L’uso delle quantità raccomandate di dentifricio al fluoro minimizza i rischi di fluorosi, una decolorazione biancastra dello smalto.

2)
Evitare il trattamento restaurativo come prima linea di trattamento in una carie incipiente occlusale (non cavitata) senza prima considerare l’uso del sigillante. Prove di alta qualità mostrano che i sigillanti sono sicuri ed efficaci nell’arrestare la progressione della carie nella fase iniziale (incipiente) non cavitata occlusale. I sigillanti offrono un trattamento dentale conservativo rispetto ai restauri che possono richiedere la rimozione di qualche struttura del dente sano, in tal modo indebolendo il dente e aumentando il rischio che lo stesso possa alla fine necessitare di un trattamento più esteso. Applicando i sigillanti non appena viene rilevata una carie allo stadio iniziale è possibile migliorare gli esiti riducendo il bisogno successivo di una cura restaurativa più ampia.

3) Evitare una stabilizzazione protettiva, una sedazione o un’anestesia generale in pazienti in età pediatrica senza avere considerato tutte le opzioni con il tutore legale. Alcuni bambini non rispondono alle tecniche comunicative di guida comportamentale per odontoiatria pediatrica e richiedono un trattamento per una malattia dentale. Le tecniche avanzate di guida al comportamento in caso di sedazione, stabilizzazione protettiva e anestesia generale offrono rischi e benefici, spesso al di là della conoscenza di salute dei genitori e di altre figure di supporto. La migliore pratica di consenso informato richiede una approfondita e comprensibile spiegazione di queste tecniche e delle alternative tra le quali il differimento del trattamento con i suoi rischi inerenti.

4) Evitare di utilizzare routinariamente procedure chirurgiche irreversibili come bretelle odontoiatriche, equilibrazione occlusale e restauri come trattamento di prima scelta nella gestione dei disturbi dell’articolazione temporomandibolare. Vi è mancanza di prove che i disturbi articolari temporomandibolari (Tmd) (definiti come disturbi muscolo-scheletrici, non come lesione di un’occlusione traumatica) siano sempre progressive mentre esistono evidenze che, in molti casi, i pazienti con Tmd abbiano remissioni spontanee senza trattamento. Perciò la gestione è generalmente conservativa e comprende strategie reversibili come l’educazione del paziente, farmaci, terapia fisica e/o l’uso di dispositivi occlusali che non alterano la forma o la posizione dei denti o l’allineamento delle arcate dentali.

5) Non sostituire restauri solo perché sono vecchi. I restauri dentali (otturazioni) falliscono a causa di eccessiva usura, frattura del materiale o del dente, perdita di ritenzione o decadimento recidivante. Quanto maggiore è la dimensione del restauro e/o più elevato è il numero di superfici otturate tanto aumenta la probabilità di fallimento. I materiali di restauro hanno tassi di sopravvivenza diversi e falliscono per motivi diversi, ma l’età non deve essere utilizzata come criterio di fallimento.

Arturo Zenorini

Ultimo aggiornamento

25 Ottobre 2016, 19:24

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