Aggressioni medici.Cimo avvia un’indagine: “Esiste una raccomandazione ministeriale e va rispettata” (da quotidianosanita.it del 3 ottobre 2017)

Data:
3 Ottobre 2017


“Gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari costituiscono eventi sentinella che richiedono la messa in atto di opportune iniziative di protezione e prevenzione”. Lo dice la Raccomandazione n. 8 del ministero della Salute, del novembre del 2007. Per controllare la sua applicazione il sindacato dei medici Cimo ha deciso di avviare un’indagine interna tra Asl e Ospedali, inviando un questionario a tutti i Direttori Generali e ai Segretari Aziendali.

02 OTT – “Gli ultimi fatti di cronaca mettono in discussione la questione della sicurezza e della prevenzione”. Lo dice Guido Quici, presidente nazionale del sindacato dei medici Cimo, riferendosi alla storia di Catania, ultima in ordine cronologico, e a tutte le aggressione subite da operatori sanitari e medici, soprattutto donne.

Per questo, il Sindacato ha redatto un questionario con 5 domande per conoscere il livello di applicazione della Raccomandazione n. 8 del ministero della Salute, del novembre del 2007, che invierà a tutti i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere e a tutti i segretari aziendali Cimo.

“Bene ha dichiarato la collega – ha continuato Quici – a proposito della sicurezza definendola ‘solo la punta dell’iceberg’ e che ‘l’attuale sistema così com’è al momento rischia di travolgere la nostra intera professione’”. Il presidente del Sindacato da la colpa a chi governa il Paese, penalizzando la sanità pubblica: “è l’epilogo – ha spiegato – di una politica di tagli lineari e di sottofinanziamenti che hanno comportato una riduzione dell’offerta sanitaria, una contrazione del personale sanitario e un allungamento dei tempi di attesa, soprattutto in quelle strutture dove i deficit strutturali hanno maggiormente evidenziato le carenze del nostro Ssn”.

La crisi economica per Quici “ha anche colpito altri settori, primo tra tutti le Forze dell’Ordine che, progressivamente, hanno dovuto ridurre la presenza nei presidi ospedalieri. E il vero problema che emerge è la sensibilità da parte delle amministrazioni, nel mettere in atto opportune iniziative di protezione e prevenzione dal rischio di aggressione al personale nelle strutture sanitarie”.

Per il presidente Cimo “la domanda viene da se, quante aziende sanitarie hanno implementato la Raccomandazione n. 8 del Ministero della Salute, atteso che gli atti di violenza agli operatori sanitari costituiscono eventi sentinella?”

Quici chiede ancora: “Quanti atti di violenza sono stati ufficialmente trattati e quanti oscurati? Le Aziende hanno mai elaborato programmi di prevenzione? Hanno mai analizzato le situazioni lavorative interne? Hanno mai adottato misure strutturali e organizzative di prevenzione e controllo? Hanno mai avviato programmi di formazione del personale?”

Alla luce di tutte le motivazioni esposte, il presidente del Sindacato è convinto che il questionario Cimo “sia lo stimolo ad una maggiore e più efficace azione delle Amministrazioni su una tematica di estrema attualità che interessa tutti gli operatori della sanità e che vedrà Cimo vigile a difesa dei medici e dei professionisti della salute. I risultati – ha concluso – saranno poi resi pubblici alla stampa”.

Ultimo aggiornamento

4 Ottobre 2017, 23:02

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