UMBRIA: Falsi ricoveri per aggirare il ticket. Maxi inchiesta a Perugia. Nella rete finiscono 800 persone (da FIMMG Roma 30 giugno 2014)

Data:
1 Luglio 2014

Bastava conoscere un primario,  una caposala, un medico di turno  e il più era fatto. Loro prescrivevano  al paziente `amico’ un giorno  di ricovero in ospedale, del tutto  inutile ai fini clinici ma fondamentale  per scavalcare le infinite  liste d’attesa e svolgere l’esame  specialistico a tempo di record  senza nemmeno pagare il ticket. A spezzare questa catena truffaldina  sono stati i Nas di Perugia, dopo due anni di indagini a tappeto nel corso dei quali hanno controllato oltre 220mila cartelle cliniche di tutti gli ospedali dell’Umbria. Il risultato  è clamoroso quanto sconfortante: ottocento persone sono state denunciate per truffa aggravata ai danni del Servizio sanitario nazionale, altri 575 dipendenti sono stati segnalati all’autorità giudiziaria. Nel mirino  medici ospedalieri, dottori di famiglia, infermieri, tecnici di laboratorio. Tutti coinvolti in una vicenda ben descritta dagli stessi Nas: «Al fine di eludere le lunghe liste di attesa nonché per evitare il pagamento dei ticket – spiega il capitano Marco Vetrulli – numerosi  medici e operatori sanitari  umbri facevano risultare falsi ricoveri di se stessi, di parenti, amici e  conoscenti per i quali ottenevano  in breve tempo e gratuitamente ogni tipo di prestazione sanitaria». Nelle cartelle cliniche esaminate  dai Nas figurano i nomi di genitori,  figli, fratelli, suoceri, zii, nonni e persino vicini di casa degli operatori sanitari finiti sotto inchiesta. Un «malcostume», come  lo definiscono i Nas, che ha  procurato ingenti danni economici  alle Aziende ospedaliere di Perugia  e Terni e alle Asl dell’Umbria,  oltre all’«ingiusto profitto per i destinatari delle prestazioni  specialistiche». La procura regionale  della Corte dei Conti stima  un danno erariale che oscilla tra  1,2 e 1,5 milioni di euro. Le direzioni  sanitarie delle  Aziende e la Regione, al momento,  sono parte lesa in tutta la delicata  vicenda. Tanto che i Nas danno  loro atto di aver «collaborato  fattivamente alle indagini, rendendo  nel frattempo più sicuri i sistemi  di erogazione delle prestazioni  e avviando il recupero delle  decine di migliaia di ticket non  pagati». La Regione, spiega la governatrice  Catiuscia Marini (che ha anche l’interim alla sanità dopo la morte dell’assessore Franco Tomassoni), «è pronta a costituirsi  parte civile».  E la direzione sanitaria dell’ospedale  `Santa Maria della Misericordia’  di Perugia aggiunge: «Eravamo  perfettamente a conoscenza di questa indagine dei Nas, ai qua li abbiamo fornito piena collabo razione mettendo a disposizione dei carabinieri tutto ciò che potesse essere utile all’inchiesta. Già al nostro interno, le commissioni disciplinari hanno preso, nei mesi scorsi, provvedimenti di sospensione, sanzioni e richiami nei confronti del personale indagato. Ora l’obiettivo è quello di recuperare per intero le somme non versate e di stringere ulteriormente i controlli». Stavolta, i furbetti non l’hanno fatta franca.

( QN 29 GIU)

Ultimo aggiornamento

16 Luglio 2014, 15:24

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