Sanità Lazio, in un dossier le criticità

Data:
18 Agosto 2014

www.parvapolis.it I tempi di attesa per alcune prestazioni ambulatoriali o per esami molto importanti sono ancora troppo alti a Roma e nel Lazio. Lo scrive in un dossier la cabina di regia sulla Sanità della Regione, all’interno di un piano che entro ottobre dovrà mettere in campo una serie di contromisure: sarà potenziato il ReCup, ampliando la possibilità di prenotare tramite il call center. E almeno il 60 per cento delle prestazioni delle strutture private accreditate entro il 2015 dovrà essere a disposizione del ReCup. Responsabilizza i direttori generali delle aziende sanitarie nominati da pochi mesi, la cui valutazione dipenderà anche dall’applicazione delle direttive del piano per ridurre le liste di attesa. Non solo: si punta anche a un’operazione trasparenza, perché l’obiettivo è pubblicare on line i tempi di attesa, esame per esame.

Dal dossier risulta che nel 2014 non ci sono stati sostanziali miglioramenti. «In particolare ecocolordoppler distrettuale arterioso o venoso e risonanza magnetica del cervello e della colonna dorsale superano i 180 giorni presso tutte le aziende sanitarie locali; 4 aziende superano i 180 giorni per i tempi di attesa previsti per l’erogazione di Tac; 7 aziende li superano per i tempi di attesa previsti per l’ecografia della mammella; 3 aziende li superano per i tempi di attesa previsti per l’erogazione delle risonanza magnetiche».
Le prestazioni prese in considerazione sono quelle indicate dal Ministero delle Salute nel Piano sulle liste di attesa. Così la cabina di regia ora ha assegnato ai direttori generali delle Asl un obiettivo: eseguire entro i 180 giorni almeno il 50 per cento delle prestazioni di ecografia, Tac e risonanza magnetica che risultino oggi avere un tempo di attesa oltre quel limite. In realtà, come ben spiega il dossier, le ragioni per cui sul fronte delle liste di attesa il Lazio è ancora in difficoltà, sono differenti, e incidono ovviamente sulla vita quotidiana dei cittadini che devono fare esami o visite specialistiche.

Ad esempio, c’è un problema di trasparenza. Si scopre che le prestazioni che passano dal canale di prenotazione del call center del Recup sono una minoranza. Per capire, tra le prestazioni specialistiche ambulatoriali solo il 14,8 per cento. Il resto? Il 23,2 per cento delle prenotazioni viene eseguito agli sportelli delle Asl, ma la grande maggioranza – il 62 per cento – passa da un canale anomalo, perché risultano prenotate lo stesso giorno, un elemento che secondo gli esperti denota scarsa trasparenza. Tanto è vero che se si prendono in considerazione un’altra serie di prestazioni che sono tenute sotto controllo dal monitoraggio del Ministero della Salute ecco che la percentuale delle prenotazioni anomale «a vista» crolla, scende al 30 per cento.

Altro dato: tra il 2013 e il 2014 l’incremento di prestazioni prenotate tramite il call center del ReCup ha avuto un aumento inconsistente. E questo è ovviamente un elemento negativo.

E qui si arriva più nel dettaglio al piano della Regione anti liste di attese. Prima di tutto il ReCup dovrà avere il controllo di almeno il 60 per cento delle prestazioni erogate. Non solo: l’altro grande buco nero è quello delle strutture sanitarie private accreditate. Il piano prevede che mettano a disposizione del ReCup almeno il 30 per cento delle prestazioni prenotabili, soprattutto quelle classificate come critiche. Gradualmente, anche per i privati almeno il 60 per cento delle prenotazioni dovrà passare dal call center del ReCup entro l’inizio del 2015.

Il call center, inoltre, già oggi non riesce a servire tutti gli utenti che compongono il numero per prenotare un esame o una visita medica, visto che i «non serviti» sono il 17 per cento, con picchi del 20, di fatto una chiamata su cinque non va a buon fine. Per questo andrà acquisita una nuova piattaforma tecnologica, un nuovo software, che consenta di trattare tutte le richieste con quattro classi di priorità (oggi sono tre).

Infine, c’è un altro strumento che in Regione vogliono utilizzare per alleggerire le liste di attesa: una maggiore responsabilizzazione dei medici di famiglia. Il piano infatti chiede a chi firma la prescrizione di una visita specialistica o di un esame di definire motivazioni e la classe di priorità. Ecco, si farà pressione sui medici perché inseriscano puntualmente questi dati, proprio perché ci dovrà essere molta più attenzione sulla appropriatezza di quanto viene richiesto: detto in altri termini, si vuole contrastare un eccesso di richieste di visite ed esami e comunque calibrarne l’urgenza. Si lavorerà anche per una maggiore diffusione della prescrizione elettronica.

Ultimo aggiornamento

18 Agosto 2014, 07:40

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