Quando arriva un bebè, le misure Enpam e dello Stato (da ENPAM del 10 aprile 2019)

Data:
11 Aprile 2019

Dal 1° gennaio del 2019 le mamme lavoratrici non possono più chiedere all’Inps il contributo per pagare il servizio di baby sitting o asili nido a fronte della rinuncia al congedo parentale. L’ultima legge di bilancio, infatti, non ha prorogato la misura in vigore dal 2013.

La norma in questione consentiva alle mamme di “scambiare” il congedo parentale con un bonus fino a 600 euro mensili per un massimo di sei mesi (quelli previsti per il congedo parentale facoltativo) per pagare la baby sitter o la retta dell’asilo nido.

Chi lo ha già chiesto entro l’anno scorso – ha spiegato l’Inps in un messaggio – deve usarlo entro il 31 dicembre 2019.

Questo spunto d’attualità può essere utile per ricordare quali sono le misure che l’Enpam e l’Inps mettono a sostegno della genitorialità al di là delle indennità di maternità e di gravidanza a rischio.

ENPAM

Le neomamme iscritte all’Enpam anche per il 2019 possono contare su 1.500 euro in più per le spese di nido e babysitter da affrontare per il primo anno di vita del bambino o dell’ingresso nel minore in famiglia, in caso di adozione e affidamento. Si può fare richiesta per i nati dal 1° gennaio 2018 al 31 maggio 2019, data in cui si chiude il bando di quest’anno. I nati oltre questo termine verranno ricompresi nel bando del prossimo anno.

Per poter chiedere il sussidio, il reddito familiare lordo annuo medio degli ultimi tre anni non può essere superiore a 53.353,04 euro, cioè 8 volte il minimo Inps (6.669,13 euro). Il tetto aumenta per ogni ulteriore componente del nucleo, escluso chi fa la domanda: per esempio, in una famiglia di tre persone, contando il papà e il neonato l’importo sale a 66.691,3 euro.

Le famiglie con invalidi potranno contare su un tetto di reddito ancora più favorevole. Con le nuove regole dell’assistenza Enpam, infatti, nel calcolo del reddito l’incremento raddoppia (arriva quindi a oltre 13mila euro) per ogni componente riconosciuto invalido all’80 per cento o con una percentuale più alta.

STATO

Fra i benefici a sostegno di tutte le mamme c’è il “bonus asilo nido”, un contributo che arriva fino a 1.500 euro su base annua – a prescindere dal reddito Isee – e che può essere ripetuto per un massimo di tre anni (2019, 2020 e 2021). La misura si rivolge ai bambini nati, adottati o affidati dal 1° gennaio 2016 per contribuire al pagamento delle rette degli asili nido pubblici e privati autorizzati e in favore dei bambini di età inferiore a tre anni, impossibilitati a frequentare gli asili nido in quanto affetti da gravi patologie croniche, per i quali le famiglie si avvalgono di servizi assistenziali domiciliari.

Il bonus asilo nido viene erogato con cadenza mensile, parametrando l’importo massimo di 1.500 euro su 11 mensilità, per un importo massimo di 136,37 euro direttamente al genitore richiedente che ha sostenuto il pagamento, per ogni retta mensile pagata e documentata. Il premio asilo nido non è cumulabile con le detrazioni fiscali ‘frequenza asili nido’, a prescindere dal numero di mensilità percepite. Inoltre, non può essere utilizzato nei mesi in cui si prende anche il bonus infanzia (ossia quello non più prorogato dalla legge di bilancio 2019).

C’è poi il premio alla nascita di 800 euro (conosciuto anche con il nome “bonus mamma domani”) che viene corrisposto dall’Inps, a prescindere dal reddito Isee, per la nascita o l’adozione di un minore su domanda della futura madre, al compimento del settimo mese di gravidanza o alla nascita, adozione o affidamento preadottivo. Questo contributo è concesso in un’unica soluzione per ogni evento (gravidanza, parto, adozione o affidamento) e in relazione a ogni figlio. Non concorre alla formazione del reddito complessivo.

Infine, l’assegno di natalità (o “Bonus Bebè”) è un assegno mensile destinato alle famiglie per ogni figlio nato, adottato o in affido preadottivo tra il 1° gennaio 2018 e il 31 dicembre 2018 con un “Isee minorenni” (un indicatore specifico per le prestazioni rivolte ai minori) non superiore a 25.000 euro. L’assegno è annuale e viene corrisposto ogni mese fino al compimento del primo anno di età o del primo anno di ingresso nel nucleo familiare a seguito di adozione o affidamento preadottivo. La misura dell’assegno dipende dall’ Isee minorenni del bambino per il quale si richiede l’assegno: se è inferiore ai 7.000 euro il contributo sarà di 1.920 euro, se è compreso tra 7.000 euro e 25.000 euro annui la sarà di 960 euro.

Gli aiuti finanziati dallo Stato vanno richiesti all’Inps.

di Maria Chiara Furlò

Ultimo aggiornamento

11 Aprile 2019, 06:36

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