Polizze long term care, medici pensionati contro Enpam: discriminati gli over 70 (da DoctorNews33 del 6 settembre 2016)

Data:
9 Settembre 2016

C’è tensione tra Enpam e la Federazione dei sanitari pensionati e vedove. La nuova polizza long term care varata dalla Fondazione crea, secondo Federspev, una spaccatura generazionale. L’intesa conclusa dopo gara europea con Poste Vita, attraverso l’Ente Mutua Assistenza Professionisti Italiani che raccoglie altre 7 casse previdenziali, si rivolge a tutti gli iscritti e offre un assegno mensile da 1035 euro cumulabile con altre coperture assicurative a tutti i disabili che non riescano a compiere almeno tre su sei attività quotidiane importanti come lavarsi, nutrirsi, muoversi, spostarsi, andare in bagno, vestirsi. Per l’assegno non è necessario che l’iscritto Enpam sottoscriva una polizza: infatti, l’intera operazione costa 5,4 milioni interamente coperti con i Fondi di assistenza quota A, come spiega il Giornale della Previdenza numero 4 di quest’anno. Ma attenzione, l’assegno non si indirizza potenzialmente a tutti gli iscritti Enpam con deficit funzionali permanenti: ne fruiranno solo coloro che al 1° agosto 2016, data di entrata in vigore della polizza, dovevano ancora compiere i 70 anni, e continueranno a esserne potenziali fruitori per sempre.

«Per chi aveva già 70 anni al 1° agosto invece Enpam prevede un sussidio, che però è una concessione ad personam ed è dato a chi ha una pensione molto bassa», spiega il Presidente Federspev Michele Poerio. Che scrive in questi giorni al Presidente Enpam una lettera dove gli chiede di ripensare il provvedimento, altrimenti attiverà l’Ufficio legale della Federazione pensionati per valutare ricorsi nelle sedi giurisdizionali più opportune. «Con i soldi della quota A, pagati da tutti, si fa un’operazione che avvantaggia solo alcuni. Noi “anziani” magari saremmo in teoria anche disposti a pagare un quid in più per età, ma non ci è stato chiesto. In ogni caso, come contribuenti chiediamo uguale trattamento, e diciamo no alla logica del “sei vecchio? t’a’ da morì”». «Quando mi è arrivato il numero del giornale della Previdenza con la notizia della nuova polizza Emapi – continua Poerio – ero molto contento perché si avverava una richiesta fatta a suo tempo da Federspev all’ex presidente Enpam Eolo Parodi. Poi ho letto che la polizza non vale oltre i 70 anni. Ora, oltre al fatto di essere la categoria più colpita da problemi di deficit cognitivo, gli over 70 sono quelli che quantitativamente più negli anni han contribuito alla solidarietà versando regolarmente tutta la vita la quota A e continuando a versare una volta usciti dall’ambito lavorativo, da pensionati iscritti all’Ordine dei Medici. La polizza inoltre è stata introdotta senza l’ausilio di studi attuariali che la giustificassero o valutassero quali classi di età/patologia potessero fruire meglio della copertura. Non ci sono altri criteri se non la differenza tra chi aveva 69 anni e 364 giorni il 1° agosto e chi era nato il giorno prima».

La Federspev è rappresentata in Enpam, ricorda Poerio, «nell’osservatorio anziani di cui fa parte per noi Marco Perelli Ercolini, ma tale osservatorio non è stato consultato. Dirò di più, in ormai due anni di vigenza del nuovo statuto e delle nuove cariche non è mai stato convocato. Anche se come si vede i temi di cui discutere c’erano».

Ultimo aggiornamento

9 Settembre 2016, 12:25

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