Perché Zingaretti ce l’ha tanto con le graduatorie? (da quotidianosanita.it del 23 maggio 2018)

Data:
23 Maggio 2018

23 MAG – Gentile Direttore,
una riflessione sulla proposta di Legge del Presidente della Regione Lazio relativa alla  limitazione della durata a 36 mesi delle graduatorie dei concorsi pubblici espletati da Aziende o Enti della sanità laziale ed alla impossibilità di una ulteriore proroga delle “vecchie” graduatorie  oltre il termine del 31 dicembre 2018.

Che necessità c’è di “prevenire” e “superare” (anzitempo!) una  ulteriore proroga oltre il 2018 che dovesse eventualmente provenire dal governo nazionale, in nome della peculiarità del settore sanitario e della necessità dell’aggiornamento tecnologico-formativo delle professionalità da reclutare?

Perché le remore sull’ adeguamento tecnologico-professionale del personale da reclutare valgono solo per chi ha superato (anche plurimi) concorsi pubblici ma non ci si è mai posti nessun problema  a reclutare in “modalità precaria”  da nuovi avvisi pubblici anziché dalle graduatorie di concorsi già espletati (un esempio gli avvisi  autorizzati con specifico DCA dal Presidente Zingaretti e banditi dalle ASL del Lazio per le esigenze dell’ultimo Giubileo) nonché a prorogare ripetutamente i contratti a tempo determinato di quanti un concorso pubblico non l’hanno ancora mai superato?

Sebbene senza il banco di prova del concorso pubblico non esista  alcuna garanzia di adeguatezza e di idoneità del personale che si intende reclutare per una determinata posizione,  per il reclutamento a tempo determinato  l’ avviso pubblico, che dovrebbe  essere  solo una procedura eccezionale, nelle Aziende sanitarie della Regione Lazio  ha nettamente prevalso  sullo scorrimento delle graduatorie di concorso prorogate di validità  e ciò in aperto contrasto con il disposto del Decreto Legislativo 101/2013.

Le successive proroghe dei contratti precari hanno trasformato le “necessità temporanee” delle Aziende in “diritto acquisito all’assunzione a tempo indeterminato” del professionista precario con buona pace per gli idonei delle graduatorie di concorso pubblico prorogate nel corso degli anni  dal governo nazionale.

Se è indiscutibile che  la stabilizzazione rappresenti la legittima conclusione di un percorso professionale di precarietà, è altrettanto innegabile che in Italia il reclutamento nel pubblico impiego deve avvenire  tramite procedure di valutazione comparativa di tipo concorsuale e che pertanto  fino al superamento del concorso pubblico per titoli ed esami,  non possa essere garantita l’idoneità per la  copertura del posto vacante di chiunque venga reclutato con modalità alternative alle selezioni concorsuali per titoli ed esami.

Di questo però il Presidente Zingaretti non pare essersi  mai preoccupato; si preoccupa (ora!) della inadeguatezza professionale, aprioristicamente presunta,  di coloro che hanno superato le  graduatorie di concorso pubblico per titoli ed esami alcuni anni fa, quelle stesse graduatorie dalle quali sono stati stabilizzati e si stanno ancora  stabilizzando coloro che hanno avuto la possibilità di essere reclutati a tempo determinato (in seguito ad avvisi per soli titoli  o anche per chiamata diretta) negli anni scorsi.

La stringente esigenza di proporre una legge che assicuri la scadenza delle graduatorie di concorso della sanità laziale alla data del 31 dicembre p.v. è indicativa dell’evidente insofferenza del governo della Regione Lazio nei confronti degli idonei delle “vecchie” graduatorie”  e potrebbe indurre a  dimenticare che le proroghe non hanno rappresentato né possono rappresentare un “trattamento di favore” che i diversi governi  nazionali hanno inteso fare agli idonei dei concorsi pubblici: oltreché da misure di contingenti necessità di contenimento della spesa, le proroghe hanno trovato il loro razionale nella possibilità di recuperare e far valere i risultati  di procedure selettive espletate ma resi di fatto  inutilizzabili dall’intervenuto blocco pluriennale del turn over del personale.

Vorrei concludere facendo notare come, a mio modesto parere, non sia necessaria una legge regionale specifica per “superare” o meglio  per “prevenire”  una eventuale ulteriore  proroga delle graduatorie di concorso pubblico, magari in linea con il programmato rafforzamento dell’organico della sanità italiana, da parte dell’ormai prossimo nuovo governo nazionale.

La “neutralizzazione”  delle graduatorie  sarebbe  infatti automatica quando lo scorrimento, cioè la chiamata in servizio degli idonei, venisse  attuato dalle Aziende od Enti che le hanno prodotte. In questo caso infatti l’idoneo “vecchio” che rinunciasse alla  chiamata in servizio da parte dell’Azienda titolare della graduatoria di concorso decadrebbe dal diritto all’assunzione e la graduatoria “antica”  si esaurirebbe per naturale scorrimento.

Se dal 2013 ad oggi, nonostante il gran numero di assunzioni in sanità promosse dalla Regione Lazio, le “vecchie” graduatorie  non sono ancora  esaurite è solo perché le Aziende titolari delle stesse graduatorie hanno preferito non scorrerle e, spesso, reclutare, anche a  tempo determinato,  da graduatorie bandite da altre Aziende pur se in possesso  di proprie graduatorie di concorso pubblico vigenti e valide.

Dott. Nadia Peparini
Medico a Convenzione per la Medicina dei Servizi.

Ultimo aggiornamento

23 Maggio 2018, 18:30

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