Onaosi: Ordini subissati di telefonate per le lettere spedite in questi giorni ai medici che ancora non hanno provveduto a versare le quote associative relative al periodo 2003-2006.

Data:
25 Ottobre 2011


da DoctorNews33 del 25 ottobre 2011


Stanno provocando una valanga di telefonate agli Ordini provinciali le lettere spedite in questi giorni dall’Onaosi ai medici che ancora non hanno provveduto a versare le quote associative relative al periodo 2003-2006.

La richiesta di pagamento in via bonaria riguarda gli anni successivi alla legge 289/2002, che aveva esteso a tutti gli iscritti all’albo l’obbligo della contribuzione all’ente per essere poi dichiarata incostituzionale nel 2007.

Da notare che nella sentenza i giudici costituzionali non misero in discussione la legittimità della contribuzione per gli anni 2003-2006, ma ne bocciarono la quantificazione perché non determinata dalla legge.

Di qui una querelle legale che si trascina ancor oggi, come dimostra la mole di chiamate che sta sommergendo gli ordini.

«Non so quante ne abbiano mandate» commenta Roberto Carlo Rossi (foto), vicepresidente dell’Ordine di Milano «ma a giudicare dalle richieste di chiarimenti che riceviamo potrebbero essere migliaia.

Visti i costi, c’è da chiedersi se valesse la pena».

In realtà una risposta indiretta alla domanda arriva già dalla missiva dell’Onaosi, nella quale si ricorda che la richiesta di versamento in via bonaria è frutto di sollecitazioni provenienti dal ministero del Lavoro.

Fosse dipeso dall’ente forse le lettere non sarebbero neanche partite, come dimostra la proposta di emendamento che a luglio il presidente della Fondazione, Serafino Zucchelli, aveva fatto circolare tra le forze di maggioranza e opposizione senza ottenere però risultati: l’obiettivo, infatti, era quello di sollevare l’Onaosi dall’obbligo di riscuotere gli arretrati 2003-2006, per i quali tra ingiunzioni e contenziosi si dovrebbe spendere più di quanto incassabile.

Milano, Roma, Napoli: prevale la neutralità

Quali sono le indicazioni provenienti dai principali Ordini rispetto alle lettere spedite dall’Onaosi?
L’indicazione proveniente da Milano è quella di non pagare e attendere le cartelle esattoriali, per poi decidere se impugnarle entro 40 giorni: «A giudizio dei nostri legali» è il parere di Roberto Carlo Rossi «la contribuzione per quel periodo non è dovuta».
Meno rigida, invece, la posizione dell’Ordine di Napoli: «Noi consigliamo di contattare l’Onaosi per avere tutte le delucidazioni necessarie» spiega il presidente dell’Omceo partenopeo, Gabriele Peperoni «ci aiuta in questo il fatto che l’ente dispone di uno sportello in città.
Quanto al dilemma se pagare o meno, preferiamo evitare posizioni rigide: la questione resta aperta, ma è anche vero che tra il 2003 e il 2006 c’è chi ha versato diligentemente; non sarebbe giusto nei loro confronti dare indicazioni contrarie».
Da Roma, dove ancora non s’è presa una posizione, arriva invece un sostegno all’ipotesi emendamento cavalcata a luglio: «E’ una soluzione intelligente» osserva Mario Falconi «che farebbe uscire la fondazione dall’impasse e chiuderebbe definitivamente la vicenda».
Anche a Bologna si preferisce una posizione di assoluta neutralità: «Preferiamo non dare indicazioni» spiega Giancarlo Pizza «ma non posso fare a meno di notare che tra i medici che ci hanno contattato prevaleva una forte irritazione per il tono della lettera».

Ultimo aggiornamento

25 Ottobre 2011, 07:36

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