OFF LABEL : i rischi e le opportunità dell’uso di farmaci fuori indicazione (da FIMMG Lazio News 24 del 18 novembre 2015)

Data:
18 Novembre 2015

Sole 24 ORE L’uso off-label di un medicinale è definito dalle line guida comunitarie come l’utilizzo terapeutico intenzionale di un medicinale per uno scopo non previsto dal riassunto delle caratteristiche del prodotto autorizzato.
Un recente articolo pubblicato su Jama Internal Medicine (Eguale T et al. Association of Off-Label Drug Use and Adverse Drug Events in an Adult Population. Jama Int. Med. Published online November 2, 2015) sottolinea come l’utilizzo off-label dei medicinali possa in alcuni casi essere associato a un tasso di incidenza di eventi avversi superiore rispetto all’uso nelle indicazioni autorizzate.
Lo studio è stato condotto utilizzando un database elettronico (Moxxi) che comprendeva 113 medici di medicina generale canadesi e ha analizzato una coorte prospettica di circa 46.000 pazienti adulti. Il tasso di incidenza di eventi avversi osservato con l’uso off-label è stato superiore a quello generale del database e a quello osservato per i rispettivi usi on-label. Da notare, però, che il tasso d’incidenza degli eventi avversi era inversamente proporzionale alla forza delle evidenze a favore di un uso off-label. Infatti, quando l’evidenza per l’uso off label era forte il tasso d’incidenza di eventi avversi osservato è stato simile a quello per l’uso on-label. Inoltre, il tasso di incidenza mostrava un aumento per i farmaci autorizzati da molto tempo.
Tuttavia, come sottolineato dagli stessi autori, lo studio in questione è stato condotto su un campione composto esclusivamente da medici di base, per cui la coorte esaminata nell’articolo potrebbe avere rappresentato in maggior misura persone anziane e con molte patologie concomitanti, che sono quelle che ricorrono più di frequente al medico di medicina generale, e non essere quindi rappresentativo della popolazione generale. Inoltre, per quanto riguarda la quantificazione degli eventi osservati, molti potrebbero essere stati riferiti in ospedale ed essere poi sfuggiti alla raccolta dati. Tuttavia, questi aspetti dovrebbero aver coinvolto in egual misura l’uso off-label e quello on-label.

L’articolo ripercorre poi dei casi eclatanti di eventi avversi gravi avvenuti a causa dell’impiego off-label di alcuni medicinali. L’associazione, per esempio, fentermina-fenfluramina che, a causa dell’interazione tra i due medicinali non è supportata da adeguati studi, ha prodotto difetti valvolari cardiaci. Casi del genere sottolineano come gli eventi gravi osservati nell’uso off-label possano dipendere da interazioni con altri medicinali non opportunamente studiate. Invece, l’esempio di eventi trombotici arteriosi avvenuti in pazienti con emorragia trattati con il fattore VII della coagulazione, che è indicato unicamente nel trattamento dei pazienti emofiliaci o in caso di deficit del fattore VII, è esemplificativo di quando ci si trova di fronte a ipotesi apparentemente molto convincenti, che poi vengono smentite dai dati sperimentali.

In Italia l’uso off-label è regolamentato dalle leggi 648/96 e 94/1998 ed entrambe ribadiscono la necessità che vi sia un’evidenza scientifica robusta perché un medicinale possa essere prescritto al di fuori delle sue indicazioni autorizzative (punto 4.1. della scheda tecnica).

Ad esempio, l’uso di cocktail di farmaci allo scopo di ottenere un effetto dimagrante spesso fa sì che vengano utilizzate delle combinazioni incongrue nelle quali vengono co-somministrati medicinali appartenenti a classi farmacologiche che presentano gravi rischi di interazione tra loro. Inoltre, a volte l’uso al di fuori delle indicazioni approvate richiede riformulazioni e ulteriori manipolazioni del medicinale che possono influenzarne la qualità e la stabilità e che vanno tenute in debita considerazione. A questo proposito l’evoluzione dei sistemi di autorizzazione e sorveglianza post-marketing dei medicinali, introdotta dalla nuova legislazione comunitaria, richiede che anche per l’uso off-label vengano prese in considerazione, e se del caso adottate, misure aggiuntive di minimizzazione del rischio.

È evidente che questa è un’area che deve essere oggetto di ricerca al fine di identificare strumenti sempre più efficaci (es. studi di farmacoutilizzazione, registri, etc.) per minimizzare e gestire i rischi. Infatti, se effettuato in maniera adeguata, l’uso off-label aggiunge strumenti terapeutici importanti, soprattutto per ciò che concerne la terapia di patologie rare o che interessano fasce di popolazione normalmente non incluse nelle comuni sperimentazioni cliniche.

Ultimo aggiornamento

18 Novembre 2015, 23:16

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