Melazzini (Aifa) apre a prescrizione farmaci da infermieri. Dai medici no forte e chiaro: servono competenze (da DoctorNews33 dell’8 marzo 2018)

Data:
8 Marzo 2018

Aprire alla possibilità di prescrizione dei farmaci da parte degli infermieri. A gettare il sasso nello stagno nel suo intervento al Congresso della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (ex Ipasvi ora Fnopi), è il direttore generale dell’Aifa Mario Melazzini che ha indicato la possibilità di avviare un percorso «che possa garantire una risposta più funzionale ai pazienti». Il dg Aifa ha premesso di essere favorevole alla prescrizione dei farmaci innovativi da parte dei medici di famiglia e in questo solco la prescrizion’ di medicinali da parte degli infermieri (con modalità e forme tutte da approfondire) è un aspetto su cui si può lavorare. Melazzini del resto ricorda come diversi Paesi europei hanno aperto a forme di indicazione prescrittiva da parte degli infermieri. Ovviamente ci sarà la necessità di modifiche normative, ma soprattutto è importante «trovare un percorso che comunque io ritengo funzionale». Una proposta che ha lasciato interdetto il fronte medico che per voce del suo massimo rappresentante il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli dichiara il suo «no forte e chiaro al task shifting, al trasferimento delle competenze professionali dal medico ad altre figure sanitarie. Le competenze del medico» sottolinea Anelli «non gli derivano da investitura soprannaturale, ma sono acquisite in ragione di percorsi formativi condivisi da tutte le istituzioni e gli attori coinvolti: dal Parlamento, dal Governo, dal Ministero della Salute e dal Miur, dalla Conferenza Stato Regioni, dalle Università, dagli Ordini, dai rappresentanti dei professionisti del Servizio Sanitario Nazionale. È una questione di garanzia nei confronti dei nostri pazienti e dei nostri sistemi sanitari: in tutti i paesi dove si è attuato il task shifting, il risultato è stato un abbassamento di qualità dei Servizi Sanitari». «La prescrizione non è un fatto automatico» ha proseguito il presidente Fnomceo, «ma è la conclusione di un percorso articolato che passa attraverso la diagnosi, anche differenziale. Non può essere un momento avulso dalla valutazione complessiva del malato, non può essere estrapolata dalla relazione di cura tra il medico e il suo paziente. Anche nell’ambito della cronicità: ogni volta vanno valutati aggiustamenti terapeutici, vanno monitorate le risposte del paziente e messe in conto le eventuali interazioni, se il malato, come sempre più spesso accade, è in politerapia. È una garanzia per la salute del paziente, è una questione di appropriatezza, di efficacia e di buon funzionamento per il Servizio Sanitario Nazionale. La collaborazione con l’Ordine degli Infermieri» ha aggiunto Anelli «può e deve esprimersi anche nella gestione della terapia, e nei progetti di miglioramento dell’aderenza terapeutica. Ma la “prescrizione”, con qualunque nome si scelga di chiamarla, è e non può che rimanere atto medico».  «È un argomento affrontato diversi mesi fa con l’Agenzia del Farmaco» spiega dal canto suo il presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli. «Ci è stato chiesto di produrre un documento che potesse consentire ad Aifa di iniziare ad approfondire la tematica e, nel testo predisposto, abbiamo preso a riferimento le esperienze internazionali in materia, la Spagna in primis». Si tratta di «un documento riservato di lavoro, in cui è stata fatta un analisi dalla nostra su esperienze  previste nella letteratura infermieristica». La Spagna, ha sottolineato, «è solo l’ultimo paese che ha normato la prescrivibilità di alcuni farmaci da parte dell’infermiere, ma lo hanno fatto anche la Gran Bretagna, la Francia ed altri. Questi sono i riferimenti di cui si è discusso con Aifa. L’apertura c’é. Ora si tratta di rivisitare il quadro normativo».  Cauto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che sottolinea come «in questo momento non è  nell’agenda, penso ci saranno altri momenti e altri luoghi nei quali  riflettere su questo. Sinceramente conosco le richieste che vengono da entrambe le parti e sono questioni delicate, che non si esauriscono in una frase».

Marco Malagutti

Ultimo aggiornamento

8 Marzo 2018, 08:07

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