Medici italiani al lavoro all’estero, campagna Fnomceo inquadra declino Ssn (da Doctor33 del 17 maggio 2019)

Data:
18 Maggio 2019

Quattordicimila tra medici di famiglia e specialisti mancheranno all’appello nei prossimi quindici anni per il saldo negativo tra pensionamenti e nuovi arrivi; e molti , forse molti più dei 1500 già attualmente emigrati, non ci saranno perché all’estero gli è stato offerto un lavoro migliore. Sul tema la Federazione degli Ordini ha presentato dei manifesti 6×3 e uno spot, nel quadro di una campagna -“Offre l’Italia”-che sensiblizza il grande pubblico sul fenomeno, un tempo imprevedibile del declino demografico dei medici. Un manifesto ritrae una dottoressa dai grandi occhi blu “Laureata a Milano, medico a Berlino. Offre l’Italia” e un altro un giovane medico “Laureato a Bari, anestesista a Parigi”. Offriamo sempre noi perché la formazione è stata fatta e pagata dallo stato italiano. I numeri sui manifesti dicono: “Ogni anno, 1500 medici vanno a specializzarsi all’estero. E non tornano. Costano all’Italia oltre 225 milioni”. E una richiesta al Governo: “Servono più posti di specializzazione”. La nuova campagna Fnomceo apre a Roma gli Stati Generali della Professione medica, un incontro tra componenti della professione medica e odontoiatrica, altre professioni sanitarie e non, opinion leader per un dibattito che dovrebbe portare a scrivere la ‘Magna Carta’ del medico e della Medicina disegnando per i medici un ruolo forte e definito. Ma ci saranno medici in Italia di qui a quindici anni?

Anelli è portavoce di preoccupazioni condivise. «Nel 2025 la ‘gobba pensionistica’ toccherà il suo apice e, se non arriveranno nuovi specialisti a sostituire i colleghi che vanno in pensione, il Servizio sanitario nazionale rimarrà senza chirurghi, anestesisti, ortopedici, ginecologi, medici di famiglia». Rimediare aprendo gli accessi a Medicina «non farebbe che ingrandire la massa di medici che non riescono ad accedere alle Scuole di specializzazione e rimangono inoccupati». Di questi medici si sta occupando la Fnomceo, considerando con una certa apprensione che tra gli almeno 10 mila laureati in cerca di specializzazione c’erano i 1500 medici che, dopo essersi laureati in Italia, hanno trovato posto all’estero a condizioni retributive e organizzative migliori. Il rimedio per Anelli e per la Federazione degli Ordini sta nell’aumento del numero delle borse di specializzandi e futuri medici di famiglia. «Il Governo ci ha in parte ascoltato, avendo aumentato il numero delle borse degli specializzandi di 1800 unità, portandole così a 8000 e incrementando i posti per il Corso di Medicina Generale». Prossimi passi, quelli che Anelli ha espressamente chiesto al Ministro della Salute Giulia Grillo, «contrattualizzare gli specializzandi dell’ultimo anno, liberando così risorse per altre 5000 borse; e recuperare i fondi delle borse abbandonate, che oggi vanno persi”. Le posizioni sono spiegate in uno slide-show progettato per i social. La campagna si articolerà su più fronti: oltre ai manifesti che saranno affissi, a cura degli Ordini provinciali, nelle varie città d’Italia, si svilupperà sui quotidiani e sul web.

Ultimo aggiornamento

18 Maggio 2019, 17:22

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