Malpractice, quasi 90 denunce al giorno contro medici e strutture sanitarie.

Data:
13 Novembre 2013


ROMA – Quasi 90 denunce per presunti errori medici ogni giorno. E’ la cifra impressionante che fotografa uno dei temi caldissimi della sanità in Italia.
Nel 2011 sono partite dagli studi legali 31.500 denunce contro i camici bianchi o strutture sanitarie pubbliche e private, per i presunti danni causati da ricoveri, intervento o terapie ‘sbagliate’, con una media giornaliera che sfiora gli 85 esposti al giorno.
Fra questi, i due terzi sono relativi a polizze stipulate dalle strutture sanitarie.
Il dato è in calo del 6,7% rispetto al 2010, ma non basta a ridimensionare un fenomeno che in Italia condiziona pesantemente la professione medica e, con il boom della cosiddetta medicina difensiva, i costi del servizio sanitario pubblico.
A illustrare i dati è l’Associazione nazionale imprese assicuratrici (Ania), oggi in audizione in Commissione Affari sociali della Camera in materia di responsabilità professionale del personale sanitario.
Nel corso del 2011, le imprese assicuratrici italiane hanno raccolto oltre 500 milioni per polizze stipulate da medici e Asl.
In tutto 525 milioni: il 57% relativo a polizze stipulate dalle strutture sanitarie e il restante 43% a quelle stipulate dai singoli professionisti.

Il problema della medicina difensiva.

Il fenomeno delle denunce e della cause di risarcimento in sede civile è al centro, a sua volta, delle ripetute denunce delle organizzazioni dei medici e dei sindacati ospedalieri.
Per molti specialisti, come ad esempio gli ortopedici e i ginecologi, l’altissimo numero di denunce (gran parte delle quali, secondo i medici, finirebbe con una archiviazione) allontana molti giovani dalla scelta della professione medica o della specializzazione in settori più esposti.
Ma rappresenta anche e soprattutto un costo molto alto per il Sistema sanitario nazionale, soprattutto per la diffusione della medicina difensiva che spinge i medici a moltiplicare accertamenti, esami diagnostici e trattamenti terapeutici, non tanto per la salute del paziente, ma per cautelarsi contro eventuali cause.
Secondo recenti stime elaborate dal Cergas Università Bocconi, il numero di analisi e controlli "non necessari" sfiora il 10%, circa 13 miliardi della spesa sanitaria complessiva.

Maggior consapevolezza dei pazienti.

"Il fenomeno dell’aumento del numero delle denunce per malpractice medica nell’ultimo decennio – spiega il direttore dell’Ania, Roberto Manzato – ha riguardato molti Paesi sviluppati negli ultimi decenni.
Non è un caso circoscritto al nostro Paese.
Le principali cause sono una maggiore consapevolezza dei pazienti alle cure ricevute; un aumento degli importi dei risarcimenti; l’ampliamento dei casi da risarcire da parte della giurisprudenza".

Un peso per il Ssn.

Il numero di denunce contro medici e Asl fa sentire il suo peso sul Ssn.
"Le conseguenze che ne sono derivate per il sistema sanitario nel suo complesso – aggiunge Manzato – hanno comportato maggiori costi diretti anche in termini di risarcimenti dovuti ai pazienti con relativo incremento del costo delle eventuali coperture assicurative; maggiori difficoltà nei rapporti tra medico e paziente; maggiori costi indiretti derivanti dal ricorso alla cosiddetta medicina difensiva".

Le norme.

L’Ania tra l’altro critica le proposte di legge in Parlamento sulla responsabilità professionale del personale sanitario (Rc medica).
"Molte delle norme previste, a nostro avviso – ha detto Manzato – non vanno nella direzione giusta".
Quelle che prevedono "nell’ambito delle coperture assicurative di responsabilità civile delle strutture sanitarie la definizione di premi massimi, obblighi di incremento massimo o di sconto minimo del premio al rinnovo del contratto o obbligo di rinnovo del contratto stesso sono impraticabili".
Infatti, dice Manzato, "l’assicuratore fissa il prezzo sulla base di stime della distribuzione di probabilità dei risarcimenti che dovrà sostenere.
Se la stima risultasse essere sbagliata, il prezzo deve essere rivisto per ristabilire un equilibrio economico" altrimenti "l’assicuratore rischierebbe, nei casi estremi, il fallimento".

(V.P.)

Ultimo aggiornamento

13 Novembre 2013, 10:37

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