L’OFFERTA SANITARIA DELLA ASL DI LATINA PER LE COMUNITÀ STRANIERE PRESENTI IN PROVINCIA (da Latina Salute, dicembre 2019)

Data:
27 Dicembre 2019

di Arcangelo Maietta – Responsabile UOSD Popolazione Migrante e Mobilità Sanitaria ASL Latina

Il 22 ottobre scorso, presso la Palazzina Direzionale dell’Ospedale S.M. Goretti di Latina, la Direzione Generale della ASL Latina ha organizzato una giornata di riflessione sulla tematica scottante delle migrazioni e in particolare sulla recente legge regionale di contrasto al caporalato, il tutto nell’ambito della “Settimana della Sicurezza sul Lavoro”.
In qualita di responsabile della neonata UOSD “Popolazione Migrante e Mobilità Sanitaria” della ASL, mi è stato affidato il compito di presentare l’offerta sanitaria territoriale, nonché i dati relativi alle comunità straniere presenti sul territorio pontino, ai flussi migratori e alle problematiche di accesso alle strutture sanitarie.
Il numero degli stranieri censiti sul nostro territorio, la seconda provincia del Lazio per residenti dopo Roma, al 31 dicembre 2018 era di 52640 unità e presentava una prevalenza della comunità rumena seguita da quella indiana (11236 persone a maggioranza maschile, di cui 944 nel Comune di Latina).
E’ compito istituzionale della ASL far fronte alle necessità sanitarie della popolazione migrante e cioè agli indigenti comunitari ed extra comunitari: sono stati pertanto istituiti ambulatori dedicati, denominati STP (acronimo di Stranieri Temporaneamente Presenti dalla legge Dini 489\1995), ove sono stati visitati 812 stranieri nel 2016, 1581 nel 2017 e 362 nel 2019. Gli ambulatori sono dislocati ad Aprilia, Latina, Sabaudia, Pontinia e Terracina, ma a breve ne verranno istituiti anche nell’area dei Monti Lepini e nel sud pontino.
Gli accessi degli stranieri presso i pronto soccorso per gli interventi di urgenza fanno registrare 4700 passaggi nell’anno 2017 e circa 4200 nel 2018 con prevalenza di persone provenienti dall’area sub sahariana, oltre che stagionali, ma anche indiani del Pakistan e Bangladesh e stanziali.
L’assistenza sanitaria si rivolge anche a quanti sono ospitati presso i centri CAS e i Siproimi (ex Sprar) ove sono accolti in particolare i soggetti vittime di violenza e di tratta, rifugiati e\o richiedenti protezione internazionale e sussidiaria, e minori non accompagnati. I dati diffusi dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura al 30 giugno 2019 indicano la presenza sul nostro territorio di circa 2.875 ospiti su 3.145 posti disponibili, residenti in 182 strutture dislocate su tutto il territorio provinciale, la cui gestione è affidata a cooperative vincitrici di apposito bando nazionale, facenti capo alla Prefettura (i CAS) e ai Comuni (Siproimi).
E’ stato sottolineato il caso particolare della comunità indiana, anche alla luce della situazione di sfruttamento portata di recente alla ribalta delle cronache sia locali che nazionali, ed ha ricordato la legge regionale n° 18/2019 recante “Disposizioni per contrastare il fenomeno del lavoro irregolare e dello sfruttamento in agricoltura”, che si propone di combattere la piaga del caporalato e far emergere il sommerso lavorativo.
La comunità indiana, denominata Sikh, proviene dal Punjab, cioè dall’area settentrionale dell’India, e viene definita “il popolo delle sole braccia” per la collocazione lavorativa nel bracciantato. Sono oltre 11.000 gli indiani censiti sul territorio provinciale; ad essi si aggiungono quanti giungono in Italia con visto turistico e lavorativo e, al termine del periodo in cui prestano regolarmente la loro opera presso le campagne locali, divengono “irregolari ed invisibili”, andando così ad incrementare le fila dei lavoratori sfruttati nei campi tra Aprilia e la piana di Gaeta, in particolare nelle aree di Campoverde, Bella Farnia e Borgo Hermada.
Su questo scenario di sfondo si colloca l’intervento della ASL, il cui compito, attraverso la struttura dedicata “Popolazione Migrante”, è quello di fare fronte alle esigenze sanitarie di tutti quanti sono presenti sul territorio, non distinguendo – in quanto la discriminazione non appartiene alle sue prerogative – tra censiti e non censiti.
Inoltre è stato sottolineato che i 5 ambulatori STP aziendali ove svolgono la loro attività la dottoressa Maria Rosaria Serge e la dottoressa Roberta Marzullo, non riescono a fare fronte alle esigenze di intervento richieste per una popolazione così numerosa e prospetta la necessità di creare una RETE di Mobilita Sanitaria coordinata dalla UOSD Aziendale e che potenzi la collaborazione con il già attivo terzo settore, nello specifico Croce Rossa, Caritas, Emergency, PIS del Comune di Latina. Ciascuna di queste organizzazioni è già attiva sul territorio attraverso forme specifiche di intervento.
La Caritas della diocesi di Latina, nell’ambito di un progetto nazionale che prevede l’istituzione di 18 presidi dislocati sull’intero territorio italiano, con particolare attenzione al sud del Paese, ha realizzato un presidio a B.go Hermada, ove si concentra una numerosa comunità indiana (costituita sia da Sikh che da Indù). La Caritas, che dispone anche di mezzi mobili per raggiungere accampamenti e zone di segregazione, nei primi sei mesi dell’anno ha seguito oltre 100 indiani tramite operatori specializzati e volontari per assicurare un centro di ascolto e offrire un orientamento giuridico e sanitario.
Altrettanto significativa l’azione della Croce Rossa, che ha attivato centri di mediazione legale ed è attiva per la consegna di vettovaglie e generi di sostentamento; anche questa organizzazione dispone di mezzi dedicati.
Il PIS (Pronto Intervento Sociale) del Comune di Latina gestisce i dormitori cittadini e organizza una attività di pronto intervento sociale e sanitario su strada, specie di notte.
Le attività di Emergency sono dislocate sul territorio pontino con l’ausilio di un polibus, un mezzo mobile attrezzato con due ambulatori che viene incontro alle esigenze della popolazione indiana a Aprilia, Bella Farnia e Borgo Hermada. Emergency si avvale anche dell’irrinunciabile ausilio di mediatori culturali sia per la comprensione linguistica che per quella culturale. Dal 2016 ad oggi i sanitari di Emergency hanno visitato 5.932 per sone, effettuato 587 prestazioni infermieristiche, 590 consulenze socio sanitarie ed effettuato 30 corsi di educazione sanitaria. Tra le questioni più significative da affrontare al fine della realizzazione di un buon servizio sanitario, va posta quella della riluttanza, che può essere annoverata tra i fattori culturali della popolazione indiana a rivolgersi alle strutture sanitarie. Essi, infatti, sono più propensi a forme di automedicazione attraverso l’uso di farmaci provenienti direttamente dal Panjab, i cui principi attivi non sempre sono riconoscibili.
Il fenomeno riguarda in modo particolare la popolazione femminile: la medicina di genere indiana presenta una complessità non sempre riconducibile ai canoni della farmacologia scientifica.
La creazione della RETE SANITARIA INTERNA ha il fine di dare risposte concrete e subitanee operando una serie di interventi:
– Omogeneizzare le procedure amministrative relative al rilascio dei tesserini stp\eni e tutto ciò che attiene agli stranieri presso i 22 uffici “scelta\revoca medico” al servizio dei 33 comuni della provincia.
– Attivare una rete tra UOC territoriali ed ospedaliere per far fronte a problematiche attinenti alla maternità, alle vaccinazioni e agli screening oncologici.
– Gestire le urgenze ospedaliere più frequenti: ambito ginecologico e infettivologico.
– Istituire di un Tavolo delle Emergenze Sociali a partire dal Comune di Latina.
– Collaborare con il Dipartimento Salute Mentale e SERD.
– Redigere protocolli con il Dipartimento di Igiene per la prevenzione e il controllo di alcune patologie di carattere sociale (epatite B, C, HIV e TBC) con percorsi condivisi con la Divisione di Malattie Infettive.
Accanto agli aspetti più propriamente sanitari, vanno affrontate anche le nuove problematiche che attraversano ogni società e da cui non è esente neanche quella indiana. Per affrontare problemi emergenti come ad esempio le Ludopatie, l’abuso di Alcool o la Tossicodipendenza sarà indispensabile incrementare la collaborazione con i servizi territoriali ed ospedalieri del dipartimento di salute mentale e SERD.

Ultimo aggiornamento

27 Dicembre 2019, 19:57

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