Le “100 tesi per discutere il medico del futuro” – Prima pillola: MEDICO E TECNOLOGIA (il medico sarà sostituito dagli algoritmi?)

Data:
1 Settembre 2019

Il 28 agosto scorso abbiamo esordito nelle news con il presentare le “”100 tesi”

Cosa sono le “100 tesi per discutere il medico del futuro”. I nostri iscritti le conosceranno “pillola per pillola”

https://www.ordinemedicilatina.it/cosa-sono-le-100-tesi-per-discutere-il-medico-del-futuro-i-nostri-iscritti-le-conosceranno-pillola-per-pillola/ e abbiamo preso l’impegno di far conoscere e riflettere sul suo ampio contenuto “pillola per pillola”

La prima “pillola” prende spunto dalle recenti affermazioni al meeting di Rimini di Comunione e Liberazione dell’allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti e delle polemiche seguite al suo intervento. Le nostre News ne hanno riferito con tre apposite News :

23 agosto 2019

Giorgetti: “Nessuno va più dal medico di famiglia” (da Adnkronos del 23 agosto 2019)

https://www.ordinemedicilatina.it/giorgetti-nessuno-va-piu-dal-medico-di-famiglia-da-adnkronos-del-23-agosto-2019/ 24 agosto 2019

Medici, Anelli (Fnomceo): “Anziché abolire Medici di famiglia e Specialisti, sosteniamo il cambiamento in sanità” (da FNOMCeO del 24 agosto 2019)

https://www.ordinemedicilatina.it/medici-anelli-fnomceo-anziche-abolire-medici-di-famiglia-e-specialisti-sosteniamo-il-cambiamento-in-sanita-da-fnomceo-del-24-agosto-2019/ 25 agosto 2019

“I medici di famiglia sono meglio di internet. Funzionano anche senza linea”…si chiama Babilon e in Inghilterra cerca di affiancare o sostituire con contatti attraverso Internet, i medici di famiglia di quel paese. COSA E’ BABILON? LEGGI

https://www.ordinemedicilatina.it/i-medici-di-famiglia-sono-meglio-di-internet-funzionano-anche-senza-linea-si-chiama-babilon-e-in-inghilterra-cerca-di-affiancare-o-sostituire-con-contatti-attraverso-internet-i-medici-di-famig/

Nelle “100 tesi per discutere il futuro del medico” la quarta delle sei macro aree in cui sono raccolte le 100 tesi è intitolata: Il medico e la scienza ove si parla anche del medico e la tecnologia, argomento nel quale, appunto,si possono ricondurre le affermazioni del’ormai past Sottosegretario Giorgetti.

Il Prof Ivan Cavicchi, estensore delle “100 tesi”, propone al riguardo la seguente tesi:

L’immissione nella medicina della tecnologia in tutte le sue diverse forme va ovviamente salutata come un fatto straordinariamente positivo dal momento che la tecnologia rende la medicina più potente, più accurata, più efficace e meno fallibile. E di conseguenza offre al medico e al malato maggiori possibilità.

Nello stesso tempo l’uso della tecnologia non è privo di problematiche che riguardano in un modo o nell’altro:

• Il suo uso appropriato adeguato e coerente

• I suoi abusi e i suoi costi e non solo economici

• le aspettative eccessive delle persone

• il modo di essere della professione.

Siamo nel tempo ormai della medicina tecnologica che ha cambiato addirittura l’immagine secolare della natura creando nuovi dilemmi bioetici. Servono delle regole. Dovrebbe essere la deontologia a definirle.

E’ sviluppata in questo contesto la presentazione delle problematiche, delle riflessioni, dei quesiti che qui si riporta e la cui lettura è consigliata per coloro che desiderano comprendere il significato di alcuni accadimenti, quale ad esempio l’intervento dell’On. Giorgetti,

La lettura è consigliata solo a coloro che hanno almeno 20 minuti a disposizione!

Il significato di qualche parola potrebbe essere di non facile comprensione ma non fateci caso, è un vezzo dei filosofi e dei sociologi!

=========================

Sinossi

Ormai la medicina ippocratica naturale non esiste più. Oggi medicina e tecnologia sono diventate la stessa cosa. Un enorme discontinuità che necessità di un puntuale adeguamento deontologico. Nello stesso tempo la tecnologia ha per la prima volta modificato gli ordini naturali della malattia entri i quali e rispetto ai quali si muoveva il medico, creando come è noto inediti problemi bioetici. La tecnologia sta cambiando il modo di essere del medico e le sue reali possibilità professionali. La tecnologia ha un forte carattere ambivalente nel senso che ha valenze positive quanto negative dipende da come viene usata e per cosa viene usata. Oggi il medico non può più essere definito a tecnologia assente. Un nuovo medico deve saper usare le tecnologie disponibili evitando con cura di abusarne.

Proposizioni di approfondimento

1 Se per bioetica intendiamo la riflessione sui problemi morali ed etici che sorgono in campo medico da interventi sulla natura biologica dell’uomo, allora con la tecnologia sorgono inedite questioni bioetiche che ormai vanno ben oltre gli storici e classici divieti ippocratici contro il procurare artificialmente la morte e l’aborto.

2 La grande discontinuità del nostro tempo è davvero paradigmatica: mentre sino ad ora le possibilità della medicina erano circoscritte agli ordini naturali dati oggi esse sono enormemente amplificate dalla possibilità che offre la tecnologia e la scienza di cambiare questi ordini naturali.

3 Dalla natura naturata grazie in particolare alle biotecnologie siamo ormai passati, alla natura naturante. Quindi una vera discontinuità paradigmatica ma questa volta riconducibile al ruolo della scienza e non al ruolo della società.

4 A queste possibilità si correlano nuovi ed inediti problemi morali quindi bioetici e di conseguenza nuovi problemi deontologici. Oggi abbiamo la fecondazione assistita, i trapianti, le biotecnologie, la genomica e l’ingegneria genomica, le cellule staminali, il testamento biologico, i morti viventi grazie alle macchine, e tante altre cose come ad esempio i farmaci personalizzati con la farmacogenomica ecc.

5 Tutte queste cose retroagiscono sull’immaginario sociale ma anche sul sentimento di potenza della medicina creando l’illusione della quasi immortalità. Questa illusione è alla base di molte cause legali contro i medici da parte di cittadini che pensano che in medicina non esistano limiti, che la finitudine non sia un destino ineluttabile, che nel diritto alla salute rientri anche quello della relativa immortalità.

6 La medicina è tradizionalmente considerata una scienza della natura che a sua volta considera la natura un’entità universale, una sostanza vivente regolata da leggi, regolarità, principi. In tale concezione finalità e causalità biologiche sono indiscernibili esattamente come in una macchina. La natura, per la ragione medica, è un meccanismo che coincide con le sue leggi, quindi è organizzazione biologica. La ragione medica è convinta che siano le leggi della natura che spiegano le malattie. La tecnologia è una macchina artificiale che è entrata nella macchina naturale, cambiando radicalmente le condizioni del gioco naturale. La distinzione naturale e artificiale con la tecnologia ormai è caduta. Natura e tecnologia sono spesso un continuum.

7 L’esigente in pratica chiede alla tecnologia non solo di curarlo dalla propria malattia ma addirittura di emanciparlo da essa nel senso che non si limita a chiedere alla medicina di proteggerlo contro il male ma di progettare per lui il bene possibile. Il passaggio dalla cura della natura alla reinvenzione della natura è breve ed esso oggi è reso possibile dalla tecnologia.

8 Il rischio che si corre è quello della tecnologia, vista in rapporto con la medicina, come espressione di una ideologia cioè espressione di una vera e propria volontà di potenza. Essa è applicata contro la malattia quindi contro la morte per cui la volontà di potenza della tecnologia si riverbera in ambito sociale come relativo desiderio di immortalità dell’uomo.

9 L’uomo inguaribile è colui che è tale rispetto alla grande malattia che è la morte, dal momento che la morte è ontologicamente inguaribile. Oggi l’uomo attraverso la tecnologia in tutte le sue forme vuole essere guaribile nel senso di andare oltre la cura della malattia per curare 256 per quello che è possibile la propria condizione di finitudine.

10 Tutto questo pone alla medicina, ma anche alla società, il grande problema del limite. In genere un limite ha il significato di un disvalore ma oggi necessariamente dobbiamo considerarlo una possibilità di senso. Dal mondo ristretto del significato si deve passare a quello molto più largo del senso. Il senso della cura va oltre il suo significato scientifico ma ciò detto la medicina, pur disponendo di una tecnologia potente, non può permettersi in nessun modo di dare un’immagine illimitata delle sue possibilità.

11 Fino ad ora la deontologia ha prestato poca attenzione alla questione della tecnologia e quando lo ha fatto è stato limitatamente alla tecnologia informatica e con la preoccupazione di disciplinarne prevalentemente l’uso appropriato. Ma nulla di più.

12 L’uso ragionevole della tecnologia oggi in ogni suo aspetto, dopo il limite economico e le trasformazioni ontologiche del malato, è sicuramente uno dei più potenti fattori che stanno cambiando la professione medica.

13 La questione principale che essa nelle sue svariate forme pone al medico e alla medicina è quella della retroazione: • in senso generale, la tecnologia quale mezzo condiziona la medicina quale modo di operare • in senso specifico rispetto alla professione essa cambia il modo di essere del medico quindi l’esercizio della professione.

14 Si tratta di un cambiamento irreversibile. La tecnologia evolve più rapidamente della professione la professione rispetto ad essa rischia di essere ampiamente subalterna.

15 L’impressione è che con la tecnologia il medico scelga sempre meno e sia sempre più obbligato a conformarsi alle sue ragioni, per cui sorge il grande problema del rapporto, tra tecnologia e libertà, tra le ragioni della tecnologia e la ragionevolezza del medico. Quindi la grande questione della scelta. Oggi la tecnologia tende a proporre essa le scelte che spettano al medico.

Aporie

1 Oggi in una società che invecchia sempre di più, per gli esigenti, il prendersi cura, vale come governo del proprio decadimento quindi come governo del divenire senescente che spesso costoro fraintendono come contrasto alla finitudine. In questo clima sociale l’esigente alla fine è colui che chiede alla medicina di servirsi della tecnologia cioè di ciò che è più avanzato e innovativo, per ridiscutere i rapporti tra la vita e la morte, tra nascita e non nascita, ineluttabile e eluttabile, tra giovinezza e vecchiaia.

2 Oggi la medica deve darsi delle regole per governare il problema del limite educando la società ma per certi versi anche il medico a non avere pretese ingiustificate da ogni punto di vista, quindi al buon senso e alla ragionevolezza. Questo significa che la tecnologia va usata con prudenza saggezza e ragionevolezza.

3 Oggi sapendo noi bene che la tecnologia senza il medico non può esistere e che ormai il medico senza tecnologia a sua volta non può operare, sorge una inedita questione: la tecnologia è qualcosa il cui uso dipende dalla volontà del medico o la volontà del medico dipende dalla disponibilità della tecnologia?

4 Oggi ormai grazie alla tecnologia ci troviamo in una sorta di ippocratismo simbionico dove cadendo la contrapposizione tra naturale e artificiale, tra medico e macchina, il medico è diventato (in misura certamente diversa da medico a medico), una sorta di ibrido ippocratico e tecnologico.

5 Oggi ormai la tecnologia è diventata una estensione esosomatica del medico quindi un prolungamento del suo corpo, dei suoi sensi e delle sue capacità. Il medico per questo è paragonabile ad una sorta di ibrido nel quale la tecnologia ha l’obiettivo di amplificarne le capacità, la conoscenza, la prassi, ma anche l’efficacia, il risultato, ecc.

6 Oggi il medico solo medico cioè a-tecnologico non esiste più. Il medico tecnologico non è solo una somma tra un’intellettualità e tecnologia ma il risultato di una trasformazione quindi il 258 prodotto di una mutazione non tanto darwiniana (variazioni genetiche ereditarie che poi l’ambiente e la lotta per sopravvivere selezionano) ma lamarckiana (ereditarietà di caratteri acquisiti dall’esperienza e trasmessi per apprendimento e imitazione).

7 Oggi in medicina a proposito di tecnologia si ha a che fare con un curioso quanto strano uso dell’analogia: • la tecnologia imita l’uomo • la medicina imita la tecnologia. Il corpo umano è normalmente configurato per analogia come una macchina cartesiana. In questo caso si prende la macchina come termine di paragone che si suppone di conoscere (il corpo umano non è che una macchina) per conoscere il corpo che è ignoto o solo parzialmente noto. Si usa il noto per conoscere l’ignoto. Ma l’analogia è una riduzione di complessità e pone un grande problema ontologico e deontologico: restituire al corpo, al malato la sua complessità, proprio per evitare che per analogia il malato sia riducibile a macchina e come tale trattato.

8 Oggi nel campo più specifico dell’information tecnology sorgono inediti problemi per il medico. L’espressione tecnologia dell’informazione indica l’utilizzo di elaboratori per memorizzare, recuperare, trasmettere e manipolare dati. Il termine si usa comunemente come sinonimo di computer e reti di computer, ma ricomprende anche tutto il mondo degli algoritmi, cioè qualsiasi schema o procedimento sistematico che riguarda una decisione, una scelta affidato al computer. Rientrano in questa categoria generale le linee guida, i protocolli diagnostici e terapeutici, le procedure più diverse, gli alberi decisionali.

9 In questi casi rispunta un problema di analogia: i ragionamenti del medico diventano modelli per gli algoritmi e il medico diventa sempre più controllore e applicatore dell’algoritmo rischiando di esserne assimilato.

10 Oggi possiamo dire che buona parte della medicina sensoriale, cioè che implica una conoscenza della malattia attraverso i sensi e i ragionamenti del medico, è diventata una medicina computazionale cioè delegabile al computer o ad altra tecnologia.

11 Oggi nei confronti di questa mutazione la medicina e il medico devono darsi delle regole. Oggi ci si deve occupare della relazione tra tecnologia e professione non è più possibile continuare a definire il medico come se fosse solo un medico quindi come se la medicina fosse a tecnologia assente.

12 Oggi naturalmente molti sono i problemi del medico e del malato legati all’uso della tecnologia per citarne solo i principali: • la delega vale a dire il trasferimento alla tecnologia di compiti del medico • la ridefinizione dei concetti tradizionali quali visita, anamnesi, clinica, autonomia, scelta, diagnosi • il suo spiccato riduzionismo dal momento che la tecnologia tende a ridurre la complessità del malato ai suoi atti • il configurarsi in certi casi quasi come una ideologia cioè a proporsi non più come un mezzo ma come uno scopo • la sua influenza sulla tecnica cioè sul complesso di norme che regolano l’esercizio pratico della professione come un’arte • la sua inclinazione a mettere il medico dentro delle procedure.

13 Oggi probabilmente il problema più grande che ha tanto il medico che il malato con la tecnologizzazione della medicina è di diventarne subalterni e dipendenti, e questo alimenta movimenti culturali di umanizzazione apertamente contro la riduzione della medicina a tecnologia, misure politiche per razionarla e per garantirne un uso appropriato ma anche una domanda spesso ossessiva di tecnologia soprattutto diagnostica da parte dei cittadini.

14 Oggi se consideriamo l’algoritmo una procedura di istruzioni logiche che un medico dovrebbe seguire allora si ha chiaro il problema che sorge: il medico rischia di essere non più il medico che giudica e sceglie ma il programma che deve eseguire l’algoritmo. Questo è il rischio della trivial machine vale a dire la riduzione del medico a macchina banale, macchina cioè nella quale si pensa che basti introdurre una precisa istruzione per avere con certezza degli esiti auspicati.

15 Si comprende in questo modo che il rischio di avere una medicina amministrata non deriva 260 solo da problemi di limiti di risorse che inducono il gestore a limitare l’autonomia del clinico ma deriva anche dalla possibilità che oggi offre la tecnologia di ridurre il medico a trivial machine.

16 Oggi il problema che sorge è quello di ridurre anche a causa della tecnologia informatica il grado di intellettualizzazione della professione. L’alleanza stretta che si è creata tra le ragioni dell’economia e le possibilità di controllo che offre l’information technology creano le condizioni per affermare il proceduralismo, vale a dire il ritenere che l’unico modo garantito per decidere e per scegliere cosa si debba fare per curare un malato sia il rigido rispetto delle procedure stabilite e tecnologicamente garantite.

QUESITI

N°1 La tecnologia è una risorsa ambivalente cioè è una cosa buona ma può essere o diventare in diversi modi un problema. Come un medico può servirsi della tecnologia quale bene? Cioè come si possono evitare i problemi che normalmente si accompagnano all’uso della tecnologia?

N°2 È solo un problema di modo di usare la tecnologia oppure è necessario definire il suo ruolo rispetto a quello della professione nel senso del rapporto classico tra mezzo e fine?

N°3 Forse il problema più grande per un medico ippocratico è quello di una tecnologia che retroagisce sul medico imponendogli le proprie logiche esecutive e riduttive. Come si può evitare questo inconveniente?

N°4 Ormai la medicina moderna è ampiamente tecnologica, la medicina naturale di una volta non esiste più. È possibile definire una coabitazione tra tecnologia nelle sue diverse forme e ippocratismo?

N°5 A quali condizioni?

 

Ultimo aggiornamento

1 Settembre 2019, 11:08

Commenti

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Salvataggio di un cookie con i miei dati (nome, email, sito web) per il prossimo commento

Powered by Cooperativa EDP La Traccia