Latina: 1° centro del Lazio per la cura della Sterilità

Data:
3 Aprile 2014

www.periodicocontatto.it Mettere alla luce una nuova creatura è il sogno di moltissime coppie. Purtroppo, però, vi sono casi in cui il desiderio non si realizza, neppure con tutte gli accorgimenti del caso. Diventa quindi, quasi naturale affidarsi, come ultima spiaggia, al concepimento assistito, o fecondazione assistita. Secondo i dati del Comitato Internazionale per il monitoraggio delle tecniche di riproduzione assistita (ICMART), dalla nascita di Louise Brown nel 1978, la prima persona al mondo nata attraverso la fertilizzazione in vitro, oggi sono cinque milioni i bambini che hanno visto la luce grazie alle nuove tecniche della fecondazione assistita, la metà di questi è nata negli ultimi sei anni. A Latina all’interno dell’ospedale Civile Santa Maria Goretti c’è un centro, unico nel Lazio, che si occupa della sterilità di Coppia e della Salute Sessuale. Il centro di fecondazione assistita, a Latina, nasce come ambulatorio nel 2001 poi nel 2005 diventa Centro per la sterilità di Coppia e la Salute Sessuale, si occupa di problemi di Andrologia e Fisiopatologia della Riproduzione. Nello stesso periodo, attiva anche una banca dei gameti che poi si arricchisce e cura della sterilità di coppia che, al suo interno, ha una banca dei gameti sia per i pazienti sterili sia per gli esterni cioè, per chi, affetto da patologie è a rischio d’infertilità, può rivolgersi all’ospedale e congelare il liquido seminale. “Attualmente ci sono oltre 200 campioni seminali, che significa più di 200 pazienti, affetti prevalentemente da neoplasie del testicolo e da linfomi” – ci dice il prof. Rocco Rago, Direttore U.O. di Andrologia e Fisiopatologia della Riproduzione, Centro per la sterilità di Coppia e la Salute Sessuale, Centro per la Crioconservazione dei Gameti dell’Ospedale S. Maria Goretti di Latina – “ Per la sezione femminile, invece, abbiamo solo due ovociti congelati per patologie oncologiche, questo perché, la banca del seme è una cultura molto più diffusa, ancora non rutinaria purtroppo in tutti centri di oncologia, ma molto diffusa, in quanto conosciuta ormai da trent’anni. La conservazione degli ovociti è invece una tecnica che si è sviluppata soprattutto in Italia, in virtù della legge 40 che, negli anni scorsi impediva in congelamento degli embrioni e, quindi, ha spinto gli operatori a ottimizzare la tecnica del congelamento ovocitario.” Che significa per la donna, oggi, poter congelare un ovulo? “Sicuramente una qualità della vita migliore, poter pensare, una volta superato il tumore, di poter avere ancora un figlio è fondamentale oggi. Certo è, che manca ancora un buon dialogo fra i centri di riproduzione e i reparti di oncologia, non tanto da noi, che ormai abbiamo all’interno della struttura una lunga tradizione, quanto con gli altri centri”. Qual è la procedura per il congelamento del seme e degli ovuli? “Per l’uomo è più semplice, una volta diagnosticata la patologia, gli basta rivolgersi al nostro centro specializzato. Per la donna, che deve congelare, la procedura è molto più indaginosa, deve essere sottoposta ad una stimolazione e solo dopo 10 /12 gg può sottoporsi al prelievo degli ovociti, ne viene da se che questo è possibile tanto quanto prima la donna giunge dallo specialista, se arriva a ridosso del trattamento chemioterapico, è più difficoltoso procedere. Per questo sottolineo che manca una sorta di comunicazione fra i centri di riproduzione e i reparti di oncologia, è importante, a mio avviso, formare i medici affinché possano indirizzare nel modo giusto. È anche vero che al centro di sterilità, si pensa quando si presenta il problema e poiché la popolazione cambia e i medici cambiano, l’informazione costante è necessaria”. Circa il 15% delle coppie italiane, cioè una su cinque, ha problemi di fertilità riconducibili nel 50% dei casi a patologie maschili. Malattie che in gran parte possono essere prevenute con visite andrologiche nella prima infanzia o nell’adolescenza. Lo specialista di riferimento per il maschio è l’andrologo, eppure quando una coppia ha problemi d’infertilità, si rivolge in prima battuta al ginecologo. Ma in una coppia quanto incide la sterilità maschile? “L’uomo è investito dall’infertilità per il 50%. Sostengo che, oggi, in caso d’infertilità sia necessario prima sottoporre l’uomo all’esame del liquido seminale, è più semplice e più facilmente diagnosticabile, e poi in caso negativo procedere per esclusione. Quali sono le principali cause dell’infertilità? Intanto c’è da dire che l’infertilità femminile incide nel 30-40% dei casi nella coppia, e può dipendere da disfunzioni della tiroide o dell’ovaio. L’ovaio policistico è una delle patologie più diffuse nel nostro territorio. Ma anche da malformazioni utero-vaginali, malattie delle tube o delle ovaie, infezioni delle vie genitali, fra l’altro sempre più frequenti fra i giovanissimi, in modo particolare la patologia da clamidia che ostruisce le tube. Per i maschietti, invece, le principali cause sono il Varicocele cioè un allargamento delle vene spermatiche interne che drenano il sangue dal testicolo verso l’addome. La mancata discesa dei testicoli che, se non risolta nel primo anno di vita da seri problemi d’infertilità da adulti, e poi le vari infezioni e malattie, la parotite, la tubercolosi, la brucellosi, la gonorrea, possono causare atrofia testicolare”. Quando una copia può dire di avere problemi di fertilità? “Solo se una coppia prova da almeno un anno, con una certa convinzione e senza precauzioni, allora ci si pone il dubbio, quindi, si procede con l’esame del liquido seminale, nell’unico centro specializzato per farlo e poi si prosegue in tandem, c’è da tenere presente che le condizioni cambiamo da coppia a coppia”. L’età della donna quanto influisce sull’esito di una gravidanza? “Le coppie che desiderano una gravidanza sono sempre più anziane, nell’ultimo anno è ulteriormente aumentato di un anno, che nella donna riproduttiva è tantissimo. L’età media per la prima gravidanza è oggi intorno ai 37 anni. Vale a dire che ci troviamo alla presenza di gestanti fra i 30 e i 43 anni. Il tasso di fertilità della donna di 40 anni è ridotto, scende gradualmente per un anno e poi, intorno ai 42anni, è in discesa rapida, con una possibilità di successo di fecondazione medicalmente assistita intorno al 9% e, di portare un bimbo a termine, inferiore al 5%”. Chi si rivolge al centro per la sterilità di Coppia dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina? “Tutti, anche se sono in aumento le popolazioni straniere, in modo particolare gli Indiani ma, avendo il nostro centro, una mobilità attiva con il 45% dell’utenza delle coppie sterili, arrivano da Roma, dalla Campania e dal sud dell’Italia”. Come sono le liste d’attesa? “C’è da dire che attualmente il nostro reparto è in fase di ristrutturazione, per cui la nostra attività è limitata alla diagnostica, alle visite specialistiche, alla seminologia e alle tecniche di primo livello, dove non c’è lista d’attesa. Le liste d’attesa ci sono nelle tecniche di secondo livello perché sono legate a diverse situazioni di assistenza che investono l’equipe al completo. Noi finora abbiamo lavorato a cicli, perché dovevamo appoggiarci ad altri reparti per accedere alla sala operatoria, che per noi è determinante. Vorrei, a tal proposito, ringraziare il prof. Maneschi che diverse volte ci ha messo a disposizione la sua sala operatoria per assistere i nostri pazienti. Tra poco anche il nostro reparto avrà una sala chirurgica dedicata, questo significa che potremmo essere finalmente indipendenti, aumentare la ciclicità e diminuire la nostra lista d’attesa. Anche se credo che, aumentando, l’offerta aumenterà anche, inevitabilmente, la richiesta, per cui sarà difficile vedere le liste d’attesa ridotte. Una cosa che si potrebbe fare, è la messa in rete dei centri di fecondazione assistita in modo che, una coppia che si prenota in un centro, non occupi posti in più centri, evitando così di creare liste fittizie.

Per saperne di più: Prof. Rocco Rago – Direttore dell’Unità Operativa di Andrologia e Fisiopatologia della Riproduzione dell’Osp. S. Maria Goretti – LT e Segretario Regionale della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità – cell. 3351545883- roccorago@libero.it www.fondazioneserono.org oppure www.siams.info

Ultimo aggiornamento

3 Aprile 2014, 07:30

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