Formia, mozione in Consiglio per conservare il centro trasfusionale. Intanto è grido d’allarme per la sanità locale

Data:
29 Gennaio 2014

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La vera notizia non è tanto la mozione a sostegno del mantenimento delle attività del centro trasfusionale di Formia votata nel Consiglio comunale di martedì, per le quali la Regione ha previsto la sospensione, quanto la prima vera critica nei confronti del governatore Nicola Zingaretti arrivata niente meno che dal sindaco Sandro Bartolomeo in persona. Lo stesso per il quale proprio Zingaretti era giunto a Formia in ben due occasioni durante la campagna elettorale del primo cittadino.

Eppure va detto che proprio Bartolomeo non poteva fare altro a questo punto che seguire le molte critiche arrivate trasversalmente a Zingaretti proprio riguardo al centro trasfusionale. Infatti il governatore non solo non potrà mantenere la promessa fatta alla città per la realizzazione del policlinico del Golfo, ma nel più generale silenzio ha firmato un decreto che non fa che confermare i tagli lacrime e sangue alla sanità pontina senza nemmeno tenere conto delle eccellenze, proprio come per il centro trasfusionale che diventerà un semplice centro di raccolta del sangue.

In tutto ciò va considerato che l’ospedale Dono svizzero è un Dea di primo livello, ormai praticamente spogliato di molti servizi essenziali. E qui Bartolomeo e molti altri non hanno potuto fare a meno di constatare che anche Zingaretti segue il percorso tracciato dai suoi predecessori. Unica eccezione è stata fatta per Piero Marrazzo, discusso governatore esautorato prima della naturale scadenza del mandato, l’unico davvero interessato “alle sorti del nostro territorio”.

Per questo la mozione è stata votata all’unanimità. Successivamente poi la discussione e la critica è divenuta un vero e proprio allarme sociale. Perché la vicenda del centro trasfusionale è solo la punta di un iceberg fatto di carenze tecniche, organici ridotti all’osso, servizi essenziali non garantiti, eccellenze umiliate, mobilità passiva alle stelle.

Insomma anche l’utenza lo ha capito che la sanità del territorio sta scomparendo e se non si fa immediatamente qualcosa sarà la norma spostarsi per avere qualsiasi servizio sanitario. Sandro Zangrillo è stato chiaro:”La colpa è anche nostra, abbiamo tralasciato il problema credendo alle favole. Ora basta, riprendiamoci la nostra sanità, con ogni mezzo, altrimenti ne resteremo senza”.

Ultimo aggiornamento

29 Gennaio 2014, 07:46

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