FARMACI:QUANDO MANCA LA RICETTA…

Data:
21 Agosto 2008

 


Pharmacia News del 19/08/2008 (Cornelia Pelletta)

Dall’11 maggio 2008 i farmacisti italiani, in caso di estrema necessità e urgenza, sono autorizzati a consegnare ai pazienti medicinali assoggettati a prescrizione medica anche in assenza di ricetta. I dubbi dei farmacisti e le precisazioni di Federfarma su questa novità legislativa.
Si pone fine a una situazione illegale o quantomeno non chiara, nella quale ben pochi farmacisti possono ammettere di non essersi mai trovati: fornire un medicinale in una situazione d’emergenza. il ministero della salute ha espresso il proprio assenso rispetto al modello di registro per la consegna di medicinali senza ricetta proposto dalla federazione degli ordini unitamente a federfarma e assofarm. Tale modello potrà essere utilizzato per tutti gli adempimenti previsti dal Dm 31/3/2008 per la registrazione delle vendite di medicinali senza ricetta. Un decreto ministeriale che prende coraggiosamente atto dell’esistenza di questa dispensazione d’urgenza da parte dei farmacisti, con lo scopo di «ufficializzare» e regolamentare una situazione di per sé poco regolamentabile. Da un lato questo decreto darà delle linee guida e cautelerà i farmacisti, ma dall’altro aumenterà inevitabilmente il loro lavoro burocratico. D’altra parte la questione andava affrontata. «sicuramente il problema si sentiva e ora finalmente dopo aver interpretato le circolari, cosa che ha richiesto l’impegno corale di tutto lo staff della farmacia, cercheremo di applicare le direttive», dice la dottoressa ezia Lombardo della farmacia ambreck di milano. «probabilmente la presentazione di questa iniziativa avrebbe meritato un incontro, durante il quale noi farmacisti «in prima linea» avremmo potuto esplicitare i nostri dubbi, cosa che non è stata possibile trovandosi di fronte a un cartaceo». con l’intento di chiarire le zone d’ombra, abbiamo dunque raccolto in questa pagine commenti e perplessità che, malgrado le circolari esplicative del decreto ministeriale, si sono posti i farmacisti interpellati. sulla base dei dubbi emersi abbiamo poi rivolto alcune domande a federfarma, le cui risposte e chiarimenti sono riportati per esteso nel riquadro. Una delle prime perplessità riguarda l’obbligo da parte del paziente che riceva il farmaco di portare in un secondo tempo al farmacista la ricetta del medico. Le indicazioni della circolare infatti sono di far firmare al paziente una dichiarazione da portare al medico di base e di cui resta in farmacia una fotocopia, oppure di dichiarare di aver dato al paziente, di cui si conosca la patologia e la cura, un farmaco. non viene però specificato se il giro debba essere completato con la consegna della ricetta del medico al farmacista: federfarma ci ha comunque confermato che il paziente è obbligato a portare la dichiarazione dell’avvenuta consegna del farmaco al proprio medico, ma non la ricetta in farmacia. «il rapporto di fiducia e conoscenza col paziente resta comunque per noi fondamentale e dovrebbe essere meglio delineato e comunicato a tutti il circuito farmacista-paziente-medico», precisa un farmacista di Roma. proprio il fatto che questa erogazione di farmaci sia un’emergenza rende particolarmente delicata la comunicazione ufficiale alla cittadinanza di questo diritto: da un lato è giusto che esso sia conosciuto, dall’altro c’è il dubbio che poi ci si senta autorizzati costantemente a non recarsi dal proprio medico curante. «sarebbe effettivamente opportuno che ci venissero date indicazioni chiare anche su come comunicare alla clientela questa possibilità», riprende la Lombardo. «non vorrei che la mancanza di chiarezza creasse poi dei problemi come quelli che si stanno verificando con l’obbligo di mettere il codice fiscale sullo scontrino, di cui a distanza di quasi sei mesi la maggior parte delle persone non sa ancora nulla». partendo dalla convinzione che l’informazione giochi a un ruolo fondamentale nel rapporto tra cittadino e farmacista, federfarma Veneto ha scelto di affrontare l’argomento «consegna d’emergenza» in una conferenza stampa, per spiegare che solo in pochi e circoscritti casi la farmacia può dispensare un farmaco senza la relativa ricetta. «il dialogo diretto», ha detto l’ufficio stampa della federazione veneta», ha permesso di fugare sul nascere i dubbi dei giornalisti, che poi nella loro autonomia e con il linguaggio appropriato hanno potuto riportare con articoli e servizi televisivi il contenuto del decreto al loro pubblico di lettori e telespettatori». in questa occasione Annamaria Brusadini, presidente di federfarma Veneto, ha sottolineato che «il decreto conferma e sottolinea il ruolo della farmacia come punto di riferimento e primo presidio sanitario al quale il cittadino si rivolge in caso di necessità». e parlando dei dubbi più comuni riguardo alla dispensazione senza ricetta, Brusadini ha chiarito poi a sua volta che «si tratta di una procedura eccezionale: appena possibile, il paziente dovrà informare il proprio medico di averla utilizzata. il decreto prevede che il costo del farmaco sia a totale carico del cittadino e che non possano essere consegnati farmaci sonniferi o psicofarmaci». altro problema sollevato è se il pagamento del farmaco possa essere sospeso in attesa della ricetta, ma è superato dal fatto che sono esclusi da questa dispensazione d’urgenza i farmaci a carico del SSN si viene incontro al paziente permettendogli di fare la cura, ma non esentandolo dal pagare a prezzo pieno il farmaco. Questo sicuramente creerà discussioni e problemi, soprattutto con chi effettivamente abbia difficoltà economiche, ma è comprensibile questa rigidità, altrimenti si rischia di far diventare norma l’eccezione. insomma, il cittadino deve capire che si tratta di un’emergenza ed essendo toccato nel portafoglio è assai più probabile che non faccia ricorso a questa possibilità, se non i condizioni di effettiva necessità. Questioni delicate altro problema sollevato è se il pagamento del farmaco possa essere sospeso in attesa della ricetta. Un vuoto legislativo da colmare resta però quello della dispensazioni di farmaci a pazienti dimessi dall’ospedale il sabato, quando non c’è il medico di base, perché non tutti gli ospedali hanno il ricettario del SSN e quindi possono consegnare al paziente la ricetta. «ora noi possiamo dispensare i farmaci, anche perché abbiano il foglio di dimissioni, ma a pagamento e questo è un vero problema, di cui il paziente non ha colpa», dice un farmacista di un piccolo centro. resta ancora un dubbio: nel caso il farmacista non ritenga opportuno dare un farmaco, pur negli otto casi previsti dal decreto, può essere denunciato dal paziente? probabilmente sì, perché si rischia l’abuso di ufficio, anche se come ci ha spiegato federfarma si tratta di una «facoltà» del farmacista e non già di un obbligo, ma ciò non è ben specificato dal decreto. alcuni farmacisti hanno espresso poi il timore di contestazioni nel caso venga chiesto da un paziente un farmaco escluso dal decreto, come gli stupefacenti, e di essere accusati di «mancanza di umanità e comprensione». ma questo purtroppo fa parte delle problematiche insite nei rapporti umani che tutti farmacisti devono comunque affrontare tutti i giorni, a prescindere da decreti e leggi.. c’è poi chi ritiene limitativa l’iniziativa e auspica sia solo un inizio per rendere più autonomo il farmacista, che deve essere libero di dispensare in scienza e coscienza il farmaco che ritiene opportuno. «noi dobbiamo avere la possibilità di fare da filtro, perché le richieste di farmaci senza ricetta sono costanti e non possiamo negarli, soprattutto se conosciamo i paziente», dice il dottor Learco sandi della farmacia melozzo da forlì di milano. «se la dispensazione si limiterà a questi farmaci, mi sembra invece un decreto ipocrita che restringe troppo l’iniziativa del farmacista». Da ultimo, c’è preoccupazione per l’aumento delle pratiche burocratiche e per tutte le carte che i farmacisti dovranno compilare e che si aggiungeranno a tutte quelle già inevitabili. Precisazioni sul decreto
La Presidenza di Federfarma ha risposto alle domande – emerse dal nostro dialogo con i farmacisti – che le abbiamo rivolto: riportiamo qui integralmente le risposte.
Quali problemi si prefigge di risolvere innanzitutto questo decreto?
«Il provvedimento che consente al farmacista, a partire dall’11 maggio, di consegnare in determinate situazioni particolari e urgenti i farmaci soggetti a obbligo di ricetta anche se il cittadino è sprovvisto di prescrizione medica, è da valutare positivamente per due motivi. Anzitutto, va concretamente incontro alle esigenze dei pazienti semplificandone l’accesso al farmaco in situazioni particolari: pensiamo a un malato cronico che si accorge il sabato o la domenica – quando gli ambulatori medici sono chiusi – di aver terminato la medicina o a un paziente dimesso dall’ospedale durante il week-end. Prima di questo decreto ministeriale, in entrambi i casi, per ottenere il farmaco il malcapitato era costretto a recarsi al pronto soccorso con inevitabili disagi e perdite di tempo. In secondo luogo, il provvedimento riconosce e sottolinea la professionalità del farmacista che, attenendosi alle circostanze e alle modalità stabilite, può dispensare il farmaco anche senza ricetta. Penso che tale ulteriore responsabilità attribuita alla farmacia, lungi dal prevaricare la competenza prescrittiva propria del medico, contribuisca a rafforzare la collaborazione tra le due categorie e a consolidare il rapporto di fiducia tra queste e il cittadino».
A quale struttura va poi consegnato il registro delle dispensazioni di emergenza?
«Il farmacista deve annotare su apposite schede numerate, timbrate e siglate, la consegna dei farmaci effettuata ai sensi del presente decreto, riportando il nome del farmaco, le iniziali del paziente, la condizione che ha dato luogo alla consegna del farmaco, allegando, nei casi previsti, la dichiarazione del cliente. Entro il mese di dicembre del corrente anno Federfarma dovrà raccogliere e comunicare al ministero della Salute e all’Aifa i dati relativi alla numerosità e alla tipologia dei casi di ricorso alle presenti procedure, registrati fino al mese di novembre 2008».
Il paziente dovrà impegnarsi a portare la richiesta del medico?
«No, ma il farmacista all’atto della erogazione del medicinale dovrà dare al paziente una scheda da inoltrare al medico, contenente la specificazione del medicinale consegnato».
Il pagamento viene rimandato a quando il paziente porterà la richiesta del medico?
«La dispensazione d’urgenza non riguarda l’erogazione di farmaci in regime di SSN».
Il farmacista che non ritenga opportuno dispensare un farmaco può essere denunciato dal paziente?
«Il provvedimento fa espressamente riferimento alla facoltà del farmacista di dispensare. Naturalmente il paziente che ritenga che sussistano le condizioni previste e non ottenga il farmaco richiesto può denunciare il farmacista per non aver rispettato la legge».

 

Ultimo aggiornamento

21 Agosto 2008, 11:35

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