Cos’è il POS e qual’è l’obbligo del medico

Data:
21 Novembre 2013

In merito alla questione del pos obbligatorio per i professionisti, la legge 221/2012 prevede effettivamente, dal 1 gennaio 2014, l’obbligo per ogni venditore di beni o prestatore di servizi (anche professionali e sanitari) di dover accettare, su richiesta del cliente, il pagamento della prestazione fornita attraverso l’uso di carte di credito, carte ricaricabili o bancomat (ovviamente se il cliente non ne fa richiesta il pagamento può continuare ad essere effettuato in contanti fino all’importo di € 1.000,00).
Occorre considerare però, che si è comunque in attesa di un decreto attuativo del Ministero dello sviluppo economico che approvi l’emendamento attraverso il quale si specifichino meglio le modalità di attuazione dell’obbligo, quindi non vi sono ancora certezze definitive sia in merito all’obbligo stesso che alle modalità di effettivo realizzo dello stesso.
Riguardo ai presunti benefici, la norma nasce per favorire i pagamenti con moneta elettronica ed escludere progressivamente l’uso del contante cosi da garantire una maggiore tracciabilità dei flussi finanziari e meglio combattere l’evasione fiscale.
Quindi in teoria i vantaggi dovrebbero essere tutti per l’amministrazione finanziaria (anche se pure i giornali specializzati nutrono dubbi in merito), potrebbero forse giovarne i pazienti che avrebbero più mezzi di pagamento a disposizione, cosi pure le banche vedrebbero aumentare i propri ricavi a seguito della installazione di nuovi terminali pos e delle provvigioni legate al loro utilizzo.
E’ difficile invece pensare che la norma possa generare benefici a favore del professionista che dovrebbe affrontare nuove spese e gestire ulteriori adempimenti amministrativi di cui potrebbe tranquillamente fare a meno, senza che questo porti uno sviluppo della propria attività.
Penso però, che tutto il sistema vada comunque in una direzione ormai definitiva, attraverso la quale l’amministrazione finanziaria prova a combattere il fenomeno dell’evasione sempre più attraverso l’utilizzo di strumenti indiretti di controllo rispetto ad altri diretti al contribuente stesso.
Credo, quindi, che per il professionista, sia meglio prendere atto di tale nuova situazione politica cercando di adeguarsi serenamente nei tempi previsti, in quanto come detto, l’utilizzo diffuso di tali strumenti di controllo rappresenta ormai un fenomeno irreversibile.
Riguardo alla riduzione della deducibilità per le spese sanitarie, purtroppo vi è poco da dire, è infatti previsto (non è ancora chiaro se già dal 2013 o dal 2014) la percentuale di deducibilità delle spese sanitarie è destinata a calare dal 19 al 18% o al 17% (per ora), il tutto nell’ottica di favorire la ricerca di nuove risorse finanziarie per lo Stato.
Spero di essere riuscito con queste poche righe a fornire un quadro sintetico ma chiaro della situazione, ovviamente resto disponibile per fornire eventuali ulteriori chiarimenti.

Dr. Fabrizio Damiani

Ultimo aggiornamento

21 Novembre 2013, 09:17

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