Coronavirus, riabilitato il medico che aveva avvertito la Cina e non era stato creduto (da La Repubblica dell’1 febbraio 2020)

Data:
3 Febbraio 2020

Li Wenliang è stato arrestato, insieme a sette colleghi, all’inizio del contagio per aver diffuso “voci false”, quando le autorità locali sminuivano il virus. Poi riabilitato dalla Corte suprema. A Pechino è già un eroe nazionale, simbolo della lotta contro i silenzi del governo 

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“Credo che in una società sana ci dovrebbe essere più di una voce”, si è limitato a dire Li al sito cinese Caixin dopo essere stato “scagionato”. Parole che puntano dritte al cuore del problema, più ampio del semplice binomio tra libertà di espressione e censura, o tra verità e falsità. Quella di Li tecnicamente era una notizia parzialmente falsa, o solo in parte vera. Ma quella delle autorità, nei primi giorni del contagio, è stata una comunicazione tardiva e incompleta, perché il suo obiettivo non era informare ma evitare il panico, grande spauracchio del Partito comunista. Sarà forse li modello migliore per arginare false notizie, chi le pubblica viene ancora arrestato, me non è certo il migliore per dare le notizie vere.

Ultimo aggiornamento

26 Febbraio 2020, 22:43

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