Coronavirus. Incrementare del 50% posti letto in terapia intensiva e del 100% in pneumologia. Percorso formativo ‘rapido’ per medici e infermieri. E reclutamento operatori da zone meno colpite. La Circolare del Ministero Salute (da quotidianosanita.it del 4 marzo 2020)

Data:
4 Marzo 2020

Si farà ricorso anche alle strutture private accreditate. Il loro utilizzo, si spiega nella circolare, dovrà essere valutato prioritariamente per ridurre la pressione sulle strutture pubbliche mediante trasferimento e presa in carico di pazienti non affetti da Coronavirus. Per garantire il trasporto dei pazienti critici dovranno essere costituiti Pool di anestesisti/rianimatori provenienti non solo dalla Regione interessata. Chieste la definizione di un protocollo per i tamponi, un incremento del numero dei laboratori ed un protocollo di sicurezza per gli operatori sanitari.

IL TESTO

04 MAR – Rafforzare le terapie intensive, attivare percorsi formativi ‘rapidi’ per il supporto respiratorio per infermieri e medici, coinvolgere le strutture private accreditate e reclutare operatori anche da altre zone del Paese meno colpite. Il Governo risponde così all’emergenza coronavirus che sta iniziando a mettere in difficoltà, a livello organizzativo, il sistema sanitario delle le Regioni del Nord più colpite.

Alla luce di quanto si sta verificando negli ultimi giorni negli ospedali della Regione Lombardia, con i reparti di terapia intensiva fortemente sotto stress, il Ministero della Salute ha emanato una circolare che punta a rafforzare i reparti più interessati ed implementare i posti letto. Più in particolare si chiede di attivare, nel più breve tempo possibile, un modello di cooperazione interregionale coordinato a livello nazionale, oltre ad un incremento delle disponibilità di posti letto come segue:
– del 50 % del numero dei posti letto in terapia intensiva (TI);
– del 100 % del numero dei posti letto in unità operative di pneumologia e in unità operative di malattie infettive, isolati e allestiti con la dotazione necessaria per il supporto ventilatorio (inclusa la respirazione assistita) e con la possibilità di attuare quanto previsto dalle “Linee di indirizzo assistenziali del paziente critico affetto da COVID-19” emanate in data 29 febbraio 2020.

Si spiega inoltre che “l’attivazione dei posti letto dovrà garantire il controllo delle infezioni anche attraverso la rimodulazione locale delle attività ospedaliere”. Il Comitato tecnico scientifico ha inoltre ritenuto “necessario ridistribuire il personale sanitario destinato all’assistenza, prevedendo un percorso formativo ‘rapido’ qualificante per il supporto respiratorio per infermieri e medici da dedicare alle aree di sub intensiva“. A tal fine, viene raccomandato l’utilizzo dei corsi Fad (formazione a distanza) disponibili presso l’Istituto superiore di sanità.

Si farà ricorso anche alle strutture private accreditate. Il loro utilizzo, si spiega nella circolare, dovrà essere valutato prioritariamente per ridurre la pressione sulle strutture pubbliche mediante trasferimento e presa in carico di pazienti non affetti da Coronavirus.

Al verificarsi di un primo caso confermato di coronavirus in una zona ancora non colpita, l’Autorità competente dovrà determinare la rimodulazione dell’attività chirurgica elettiva.

Per garantire il trasporto dei pazienti critici dovranno essere costituiti Pool di anestesisti/rianimatori provenienti non solo dalla Regione interessata, ma anche da altre Regioni meno interessate. Il coordinamento dei trasporti regionali ed interregionali verrà affidato alla rete dei sistemi 112/118, previa costituzione di un Tavolo nazionale di coordinamento del 112/118 Covid-19.

Il Cts ha inoltre ritenute necessarie le seguenti azioni:
ridefinizione dei percorsi di triage dei PS con la individuazione di aree dedicate alla sosta/degenza temporanea di pazienti sospetti;
– identificazione di una o più strutture/stabilimenti ospedalieri da dedicare alla gestione esclusiva del paziente affetto da Covid-19 (presidi ospedalieri Covid-19) come da circolare del Ministero della Salute-DgProg del 29 febbraio 2020;
–  definizione di un protocollo per l’esecuzione dei tamponi;
– incremento della capacità di attività e del numero dei laboratori qualificati;
– definizione di un protocollo di sicurezza e sorveglianza degli operatori sanitari;
– attivazione della Rete ReSPIRA;
– riattivazione di una Centrale unica di coordinamento logistico dei trasporti di pazienti che richiedono ricovero in T.I. e ventilazione meccanica fino a Ecmo.

Infine, per mantenere un’adeguata performance assistenziale delle équipe sanitarie operanti nelle zone colpite dovrà essere pianificato un programma di turnazione, reclutando anche operatori che svolgono attività in altre aree del Paese meno sottoposte a carichi assistenziali legati alla gestione dei pazienti affetti da Covid-19.

Giovanni Rodriquez

Ultimo aggiornamento

4 Marzo 2020, 15:59

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