Chirurgia, i giovani non la scelgono più. Ecco il punto della situazione (da Doctor33 del 10 giugno 2019)

Data:
12 Giugno 2019

Il 60% dei medici considera inadeguato il concorso nazionale a selezionare in modo meritocratico l’accesso alle scuole di specializzazione. Più dell’85% dei casi, un chirurgo appena specializzato non si sente in grado di effettuare un intervento senza una supervisione. Oltre il 90% degli specializzandi ritiene necessario far entrare gli ospedali nel sistema formativo delle scuole di specializzazione in chirurgia generale. Sono alcuni dei dati rivelati da un sondaggio commissionato e somministrato ai propri iscritti dalla Acoi, l’Associazione chirurghi ospedalieri italiani che a Matera, è a Congresso fino a mercoledì prossimo e celebra il suo 38esimo congresso nazionale. Il campione si compone di specializzandi (qualche centinaio) prevalentemente del Nord Italia che con le loro risposte hanno delineato un quadro preoccupante del sistema formativo in Chirurgia a causa dei gap esistenti in termini di controllo durante le prove tra le diverse Università, di test complicati e in alcuni casi poco pertinenti alla materia a cui si associano curricula poco valorizzati e dubbie modalità di scorrimento delle graduatorie. Il 60% definisce la formazione ospedaliera migliore rispetto a quella universitaria. «Il dato inquietante che è un allarme reale che io avevo preannunciato circa quattro anni fa ma ahimè non sono stato molto tenuto in considerazione, è che i giovani non scelgono più di fare il chirurgo», spiega Pierluigi Marini, presidente dell’Acoi.

«Fra le cause spiega – al primo posto c’è la totale insoddisfazione nei percorsi formativi post laurea e nei percorsi di specializzazione che dovrebbero prepararli ad entrare nel mondo del lavoro». L’indagine rivela anche che chi ora studia per specializzarsi nell’uso di bisturi e punti di sutura non consiglierebbe ad altri medici lo stesso percorso e ad avallare la tesi anche chi chirurgo lo è già. Solo il 25% dei medici ha risposto di aver deciso di intraprendere la specializzazione chirurgica prima di iscriversi alla facoltà di Medicina, quasi il 60% durante il percorso universitario, mentre poco più del 5% subito dopo la laurea: per molti è stata una seconda scelta. Sono poche le opportunità di lavoro in corsia.

«Quest’anno su 17000 neo laureati solo in 90 hanno fatto come prima scelta la chirurgia è questo vuol dire che la chirurgia sta morendo. I meno giovani vogliono uscire dal sistema e non vanno sereni in sala operatoria. Quindi presto avremo grandi difficoltà, anche in regioni importanti, dovremmo importare i chirurghi», evidenzia Marini e continua evidenziando che «la ricetta non è impiegare nei nostri reparti né medici militari, che sono bravissimi ma fanno un altro lavoro, né richiamare colleghi che stanno in pensione ma fare una buona formazione».

Ultimo aggiornamento

12 Giugno 2019, 23:14

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