Allarme Conaps: sono il doppio dei professionisti veri – Fisioterapisti, dietisti,logopedisti: spesso sono abusivi

Data:
11 Dicembre 2009

 
È forse l`unico caso in cui gli abusivi sono il doppio dei professionisti. Si nascondono dietro titoloni, diplomi conseguiti all’estero, studi hi-tech o fornendo servizi a domicilio in camice bianco. Ma in realtà sono solo finti professionisti sanitari. Un esempio? Su 50mila fisioterapisti abilitati ad esercitare la professione, ne esistono almeno altri 100mila che, in modo totalmente illegale, praticano attività fisioterapiche su cittadini ignari, attratti il più delle volte da pubblicità ingannevoli. Come per i Medici, infatti, anche le numerose professioni sanitarie (fisioterapisti, dietisti, logopedisti, igienisti) muovono un sostanzioso business legato alle visite private e al post-ricovero. Secondo i più recenti dati acquisiti dal Conaps, il coordinamento nazionale delle professioni sanitarie, il numero degli abusivi è in costante e allarmante crescita ed arriva a `doppiare` i professionisti veri. Ma siamo di fronte a numeri difficilissimi da stimare. Infatti spesso chi subisce danni da queste persone non sporge denuncia e preferisce lasciar perdere. "Ad oggi – spiega Antonio Bortone, presidente Conaps e presidente dell`Associazione italiana fisioterapisti – si stima che il fenomeno raggiunga, solo per i fisioterapisti, i centomila casi in Italia su 50mila professionisti. Oltre a maghi, stregoni e guaritori esiste dunque un`altra forma di abusivismo ancora più difficile da individuare per il cittadino: la struttura nella quale si trovano operatori in camice bianco ma che non hanno alcuna competenza. Di fronte a tutto ció – conclude Bortone – oggi un professionista sanitario vero e serio ha ben poche armi per difendersi: contrariamente ai Medici, infatti, non dispone di un Ordine professionale che lo tuteli e ne sancisca la qualità del lavoro". Con un Ordine nazionale, spiega Laura Bianconi, membro della Commissione Sanità e relatrice del ddl 1.142, "riusciremo a sanare quella ‘non giustizia’ creatasi nel tempo nel campo delle professioni sanitarie. Abusivismo e tutela dei cittadini, ma anche per metterci alla pari con l’Europa, che da questo punto di vista detta regole molto precise. Sarebbe una grave ingiustizia se l’Italia non mettesse le professioni sanitarie in condizione di muoversi alla pari di quelle degli altri paesi europei. Ci auguriamo che il 2010 sia l’anno decisivo".

Ultimo aggiornamento

11 Dicembre 2009, 11:05

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