Spot e azioni giudiziarie contro medici accusati ingiustamente di malpractice. Interrogazione parlamentare.

Data:
28 Febbraio 2015

L’interrogazione dell’On. Fucci, pone in evidenza la sempre più diffusa presenza sui giornali di pubblicità di studi legali o di associazioni di consulenza medico-legale che invitano a rivolgersi ai loro servizi per fatti di malasanità. L’interrogante rileva che tutta l’attività dei medici italiani è drammaticamente gravata dall’incremento continuo delle richieste risarcitorie e da un contenzioso medico-legale a dismisura che toglie agli operatori sanitari ogni possibilità di sereno svolgimento della propria attività professionale. Tali messaggi pubblicitari sempre più diffusi sulla stampa non consentono di distinguere la complicanza dall’errore professionale e al tempo stesso veicolano l’idea che ogni prestazione sanitaria non seguita da guarigione sia ascrivibile a malasanità e sia automatica fonte di lauti risarcimenti, per di più senza alcun esborso economico. Si chiede quali iniziative, per quanto di competenza, i Ministri interrogati intendano assumere nel più breve tempo possibile, anche sul piano normativo, in merito a quanto esposto in premessa, tenendo anche conto delle legittime e diffuse preoccupazioni espresse da società scientifiche, sindacati, ordini professionali e associazioni di cittadini.

FUCCI. — Al Ministro della salute, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
è sempre più diffusa la presenza sui giornali di pubblicità di studi legali o di associazioni di consulenza medico-legale che invitano a rivolgersi ai loro servizi per fatti di malasanità;
tutta l’attività dei medici italiani è drammaticamente gravata dall’incremento continuo delle richieste risarcitorie e da un contenzioso medico-legale a dismisura che toglie agli operatori sanitari ogni possibilità di sereno svolgimento della propria attività professionale;
l’ultimo esempio ad avviso dell’interrogante è quanto apparso sul quotidiano La Repubblica 1o febbraio 2015 (pagina 12): la pubblicità di quella che si presenta come l’associazione alla quale le vittime di errori sanitari possono ricorrere per avere giustizia e ottenere un risarcimento con l’invito ai lettori a rivolgersi ad essa «contro la malasanità»;
vi sono altre associazioni che chiedono di essere contattate in caso di intervento chirurgico errato o di un’errata diagnosi medica assicurando che, con zero spese di anticipo, si occuperanno del caso, in taluni casi promettendo che le relative spettanze saranno pagate solo alla fine e solo in caso di vittoria;
vi sono poi «onlus» in memoria di vittime di errori sanitari che sostengono di poter tutelare chi ha subito qualsiasi danno medico sanitario;
a parere dell’interrogante messaggi come questi, sempre più diffusi sulla stampa e in molti casi portati da tali associazioni perfino nelle strutture ospedaliere, non consentano di distinguere la complicanza dall’errore professionale e al tempo stesso veicolano l’idea che ogni prestazione sanitaria non seguita da guarigione sia ascrivibile a malasanità e sia automatica fonte di lauti risarcimenti, per di più senza alcun esborso economico;
questa situazione è, a parere dell’interrogante, causa di tre gravi criticità in quanto:
a) si suggestionano persone vulnerabili (lese o colpite da morti di congiunti) spingendole ad azioni giudiziarie anche quando non vi è fondamento;
b) si infonde un senso di sfiducia nel servizio sanitario nazionale perché la «malasanità» viene fatta passare come una pandemia e perché si dà il messaggio che, se le cause si concludono con l’assoluzione per il medico, la giustizia non sia in grado di rispondere alle istanze dei cittadini;
c) si concorre ad aumentare in modo considerevole il carico di lavoro del sistema giudiziario;
il tema è già stato posto da tempo al Governo con precedenti atti di sindacato ispettivo ancora in attesa di risposta e nel frattempo, in base agli elementi sopra esposti, il quadro si è fatto ancor più preoccupante –:
quali iniziative, per quanto di competenza, i Ministri interrogati intendano assumere nel più breve tempo possibile, anche sul piano normativo, in merito a quanto esposto in premessa, tenendo anche conto delle legittime e diffuse preoccupazioni espresse da società scientifiche, sindacati, ordini professionali e associazioni di cittadini. (4-08047)

Ultimo aggiornamento

28 Febbraio 2015, 08:01

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