Specializzazioni 1983/1991: lo stato dell’arte

Data:
8 Febbraio 2010

Quella dei medici che si sono specializzati negli anni dal 1983 al 1991 senza percepire la borsa di studio, è una storia oramai di lunga data, che ogni tanto vive di nuovi episodi. Recentemente alcune associazioni stanno contattando in tutta Italia i medici per invitarli ad aderire ad un ricorso legale collettivo con il quale ci si prefigge di ottenere dallo Stato un risarcimento per la mancata retribuzione della specializzazione frequentata in quegli anni. La cosa viene presentata come se fosse una semplice formalità, fatta la quale non resterebbe che aspettare il risarcimento. Purtroppo le cose sono un po’ più complicate, ed è bene esserne consapevoli prima di prendere una decisione. In primo luogo sono oramai anni che vengono presentati in Parlamento progetti di legge che vogliono sanare la questione, ma invariabilmente questi progetti rimangono "insabbiati" nelle aule parlamentari a causa, com’è evidente, della difficoltà a trovare la copertura economica per una tale sanatoria. Non resterebbe, quindi, che la via del ricorso legale, ma in questi anni si è assistito a decine di pronunce da parte dei più vari organi della magistratura (Tribunali, Corti d’Appello, TAR, ecc.) di segno spesso contrastante e non univoco. Il problema fondamentale è la prescrizione del diritto ad otterere il risarcimento del danno che alcune sentenze fissano in cinque anni dall’entrata in vigore della Legge del 1991 di recepimento delle direttive comunitarie. E quando i giudici danno ragione ai medici, spesso è perchè l’Avvocatura dello Stato ha dimenticato di costituirsi in giudizio. In questa situazione, oggettivamente contrastata e nient’affatto pacifica, l’Ordine ricorda che:
– il ricorso legale comporta comunque un esborso anticipato di denaro per spese legali;
– i tempi della giustizia, com’è ben noto, sono lunghi e soggetti a tre gradi di giudizio;
– il più arduo scoglio da superare è l’eccezione della prescrizione del diritto.
I medici e gli odontoiatri sono quindi invitati a valutare serenamente e consapevolmente i pro e i contro di una azione legale, senza cedere a facili illusioni.

(Da Toscana Medica News n. 5 del 04/02/2010)

Ultimo aggiornamento

8 Febbraio 2010, 08:54

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Specializzazioni 1983/1991: lo stato dell’arte

Data:
18 Dicembre 2008

Quella dei medici che si sono specializzati negli anni dal 1983 al 1991 senza percepire la borsa di studio, è una storia oramai di lunga data, che ogni tanto vive di nuovi episodi. Recentemente il CODACONS (associazione di tutela dei consumatori) sta contattando "a tappeto" centinaia di medici per invitarli ad aderire ad un ricorso legale collettivo con il quale si prefigge di ottenere dallo Stato un risarcimento per la mancata retribuzione della specializzazione frequentata in quegli anni. La cosa viene presentata come se fosse una semplice formalità, fatta la quale non resterebbe che aspettare il risarcimento. Purtroppo le cose sono un po’ più complicate, ed è bene esserne consapevoli prima di prendere una decisione. In primo luogo sono oramai anni che vengono presentati in Parlamento progetti di legge che vogliono sanare la questione, ma invariabilmente questi progetti rimangono "insabbiati" nelle aule parlamentari a causa, com’è evidente, della difficoltà a trovare la copertura economica per una tale sanatoria. Non resterebbe, quindi, che la via del ricorso legale, ma in questi anni si è assistito a decine di pronunce da parte dei più vari organi della magistratura (Tribunali, Corti d’Appello, TAR, ecc.) di segno spesso contrastante e non univoco. Il problema fondamentale è la prescrizione del diritto ad otterere il risarcimento del danno che alcune sentenze fissano in cinque anni dall’entrata in vigore della Legge del 1991 di recepimento delle direttive comunitarie. E quando i giudici danno ragione ai medici, spesso è perchè l’Avvocatura dello Stato ha dimenticato di costituirsi in giudizio e di eccepire la prescrizione. E sono comunque sentenze soggette ad appello. In questa situazione, oggettivamente contrastata e nient’affatto pacifica, l’Ordine ricorda che:
– il ricorso legale comporta comunque un esborso anticipato di denaro per spese legali;
– i tempi della giustizia, com’è ben noto, sono lunghi e soggetti a tre gradi di giudizio;
– il più arduo scoglio da superare è l’eccezione della prescrizione del diritto;
– aderire ad un ricorso collettivo non aggiunge nulla ad un eventuale ricorso promosso singolarmente, in quanto la "class action" attualmente non è operativa nei confronti della Pubblica Amministrazione.
I medici e gli odontoiatri sono quindi invitati a valutare serenamente e consapevolmente i pro e i contro di una azione legale, senza cedere a facili illusioni.

(da Ordine Medici Firenze)

Ultimo aggiornamento

18 Dicembre 2008, 01:09

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