Sicuramente ci sono tanti metodi di selezione degli studenti. I test di medicina, la cui preparazione è stata affidata ultimamente a società straniere, non hanno brillato per efficacia e sicuramente meriterebbero di essere molto aggiornati e molto migliorati. Ma non meritano di essere cancellati con un post. Cambiare il sistema di ammissione a Medicina – e dunque indirettamente anche alle altre facoltà che lentamente sperimentano forme di ingresso con test – è una vera e propria riforma, che andrebbe proposta, discussa e verificata.
Rispetto agli altri metodi di selezione di cui si è parlato in questi anni i test nazionali hanno avuto senz’altro il vantaggio indiscusso di essere un sistema in cui i candidati sono anonimi e dunque tutti uguali. Potrebbe avere un effetto simile anche il voto di maturità se si riuscisse a fare una prova nazionale, senza lasciare il voto al giudizio delle commissioni e basta.
Il messaggio che passa con questo annuncio è comunque un altro: poiché la riforma del sistema di ammissione per ora non c’è – i dettagli si conosceranno solo a luglio – resta soltanto la cancellazione del test. Medicina libera per tutti, si entusiasmano gli studenti e i movimenti che hanno combattuto per l’abolizione. Gli esami, i test, non si fanno: in un Paese che si ribella a qualsiasi valutazione, in cui qualsiasi giuria è soggetta a ricorso, qualsiasi criterio a revisione continua, è un messaggio che ci porta indietro. Senza contare che ovunque le facoltà migliori ormai selezionano i propri studenti. E questo lo sanno tutti, gli studenti, i genitori, i professori. E i ministri.
Di Gianna Fregonara – Il Corriere della Sera, 22 maggio 2014
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