Prostatectomia radicale: i pazienti hanno aspettative irrealistiche su post-operatorio (da DoctorNews33 del 7 gennaio 2016)

Data:
11 Gennaio 2016

I pazienti sottoposti a prostatectomia radicale hanno spesso aspettative irrealistiche per quanto riguarda la funzione sessuale post-operatoria, secondo uno studio pubblicato su Bju International coordinato da Serkan Deveci del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York. Entro tre mesi dalla chirurgia, 336 pazienti, di cui 216 operati a cielo aperto e 120 con tecnica robotica, sono stati interrogati riguardo le informazioni sulla funzione sessuale ricevute prima dell’intervento e su quanto invece constatato dopo la prostatectomia. E i risultati ottenuti dimostrano che rispetto all’intervento in aperto i soggetti sottoposti a chirurgia robotica si aspettavano un tempo di recupero della funzione erettile più breve (6 vs 12 mesi), maggiori probabilità di recupero della normale funzione erettile (75% vs 50%) e una minore necessità di terapie per raggiungere l’erezione (4% vs 20%). Inoltre, quasi metà dei partecipanti era a conoscenza dell’incapacità di eiaculare dopo l’intervento, mente nessuno dei pazienti sottoposti a chirurgia robotica e solo il 10% di quelli operati in aperto ricordava di essere stato informato di una possibile riduzione di lunghezza del pene. «Questo studio è stato intrapreso per valutare la comprensione dei pazienti sottoposti a prostatectomia radicale in termini di funzione sessuale post-operatoria» esordisce Deveci, che assieme ai colleghi ha chiesto ai pazienti quali informazioni sulla funzione sessuale postoperatoria avessero ricevuto prima dell’intervento in termini di funzione erettile, eiaculazione, orgasmo e modifiche di morfologia del pene. «L’informazione non equivale alla comprensione, come dimostra la mancanza di conoscenza osservata in questo studio» scrivono gli autori, invitando i chirurghi urologi a offrire consulenze più approfondite ai loro pazienti prima di sottoporli alla prostatectomia radicale, documentando che tale consulenza ha avuto luogo. «A questo proposito è meglio utilizzare istruzioni scritte per trasmettere le informazioni sulla salute sessuale postoperatoria, dato che lo stato d’ansia in cui si trovano i pazienti rende difficile comprendere e memorizzare quelle orali» conclude Deveci.

Bju International 2015. doi: 10.1111/bju.13398
https://dx.doi.org/10.1111/bju.13398

Ultimo aggiornamento

11 Gennaio 2016, 22:29

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