Premi ai medici Uk che non prescrivono esami, la proposta fa discutere (da DoctorNews33 del 7 ottobre 2015)

Data:
7 Ottobre 2015

Premi in denaro ai medici di famiglia se evitano che il paziente effettui troppi esami a carico della sanità pubblica: accade in Gran Bretagna e ne parla un’inchiesta della rivista Pulse. I premi li offrono 9 clinical commissioning groups, equivalenti dei servizi delle nostre Asl che acquistano prestazioni, sui 200 esistenti. In qualche caso il risparmio è raccomandato anche quando si deve accertare la presenza di un tumore; del resto, il National Health Service del premier Cameron punta a risparmiare decine di miliardi di sterline entro il 2020 ma proprio per i tumori le linee guida nazionali dicono che la strada è sbagliata. Intanto, nel Lincolnshire arrivano oltre 6 mila sterline agli studi che riducono le visite specialistiche in ospedale del 25% incluse le urgenze; il Birmingham South Central CCG ha offerto oltre 11 mila sterline per ridurre le degenze, i follow-up, e i ricoveri da Pronto soccorso dell’ 1% sul 2014-15. A Londra va diversamente, come ci conferma un general practitioner trapiantato, Marco Nardelli: «Non mi è stato mai proposto di abbattere i “referral”
e ricordo che proprio per incentivare le diagnosi precoci di tumore il Nice – National Institute for Care Excellence ha allargato i criteri per “videat” urgenti da evadere in due settimane (“2 week-referrals”).
Piuttosto, in generale, una volta fatta la diagnosi e impostata la terapia in Uk si tende a mantenere il paziente a casa quando esistono le dovute condizioni, per evitare ricoveri impropri». Fermo restando che si tratta di singole sperimentazioni, secondo Elisabetta Iannelli avvocato e vicepresidente Associazione dei malati oncologici Aimac, per i medici incentivati a non prescrivere può configurarsi un conflitto d’interesse. C’è comunque una differenza forte per ora tra la via italiana all’appropriatezza – il decreto Lorenzin con i limiti alle prescrizioni diagnostiche – e quella rivelata dall’indagine inglese. «In realtà- dice Iannelli – penso che il decreto Lorenzin possa evitare che i cittadini si sottopongano, come talora accade, ad esami non necessari subendo effetti collaterali (esempio, raggi x) e comunque se fossero negati esami indispensabili ci saranno presto ricorsi dei pazienti. Le iniziative d’Oltremanica possono però costituire un precedente inquietante per il nostro Ssn».
Per Iannelli «è indispensabile nel trattamento delle principali patologie una condivisione delle scelte a livello nazionale tra stato, società scientifiche dei medici e associazioni dei pazienti. Certo, le associazioni dei malati devono responsabilizzare i cittadini su un uso ragionevole delle risorse per la sanità. Ma proprio per non sprecare devono passare messaggi chiari, trasparenti e condivisi; al congresso degli oncologi medici Aiom a Bologna presenteremo, in tal senso, un position paper sul follow up del paziente oncologico con radioterapisti, psico-oncologi e medici di famiglia per il monitoraggio della malattia e dei suoi rischi ulteriori (immunologici,
psicologici) con controlli diagnostici la cui prescrizione sia basata sulle evidenze. Crediamo che con simili approcci si evitino incidenti di percorso in grado di danneggiare i cittadini».

Mauro Miserendino

Ultimo aggiornamento

7 Ottobre 2015, 08:37

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