Nonostante le raccomandazioni anti-screening in Usa domina il test del Psa (da DoctorNews33 del 12 gennaio 2017)

Data:
15 Gennaio 2017

Nonostante in un recente sondaggio effettuato negli Usa circa due quinti di tutti i medici (42%) abbia dichiarato di credere che si faccia abuso del test del Psa (antigene prostatico specifico), la stragrande maggioranza (90%) ha detto che i benefici del test sono sempre/spesso/qualche volta superiori ai rischi, e molti raccomandano frequentemente una valutazione diagnostica di base per i loro pazienti di sesso maschile. I risultati di questo sondaggio riflettono il campo minato che è divenuto il test del Psa in seguito alla raccomandazione dell’Us Preventive Services Task Force (Uspstf) del 2012 contro lo screening.

Due studi successivamente pubblicati su “Jama” nel 2015 – uno utilizzando i dati del “Surveillance, Epidemiology and End program” e l’altro i dati del “National Health Interview Survey” – hanno dimostrato che lo screening del cancro alla prostata con il test del Psa ha fatto registrare un declino l’anno dopo la raccomandazione Uspstf. All’epoca gli autori dissero che non era chiaro se la riduzione dello screening avesse contribuito a una minore numerosità di tumori identificati o a un aumento della mortalità. Uno studio più recente, pubblicato in “Jama Surgery” nel novembre 2016 ha accusato l’Uspstf di un calo significativo di biopsie prostatiche e prostatectomie radicali a partire dal 2012, tanto che l’Uspstf sta rivisitando le linee guida sullo screening con Psa e ha emesso un piano di ricerca finale nel maggio del 2016. Il recente sondaggio Usa ha mostrato che, nonostante le polemiche, i medici tuttora raccomandano un test Psa di base per i loro pazienti di sesso maschile. In particolare, quando è stato chiesto loro quanto spesso raccomandano una simile test di base, quasi un quarto (26%) dei 680 intervistati del sondaggio ha risposo “sempre”, mentre il 61% ha detto che sollecita l’esame “spesso” o “qualche volta”.

Solo una piccola percentuale di medici ha detto che “raramente” o “mai” ha consigliato un Psa basale. Internisti e medici di famiglia che hanno preso il sondaggio sono sembrati un po’ meno entusiasti degli urologi circa il test al Psa, ma ancora accettano la diagnostica. Un numero leggermente superiore di urologi ha detto che i benefici del test sono “sempre” superiori ai rischi (14%) rispetto al 9% degli internisti e all’11% dei medici di famiglia. Il 40% degli urologi ha inoltre detto che i benefici del test “spesso” superano i rischi, rispetto al 26% degli internisti e al 30% dei medicina di famiglia. Circa un terzo (30%) degli urologi ha sostenuto di raccomandare “sempre” un Psa basale, rispetto al 21% degli specialisti di medicina interna e al 21% dei medici di famiglia. I colleghi di ematologia/oncologia hanno risposto allo stesso modo, con il 21% che afferma di sollecitare sempre sollecitano il test di base; peraltro più della metà (59%) ha detto che solo “qualche volta” lo consigliano. «È solo a seguito delle modifiche da una linea di base precoce nota senza interferenze da parte dell’iperplasia prostatica benigna che siamo in grado di assistere i nostri pazienti nel prendere decisioni informate circa la loro cura, tra cui la vigile attesa, la sorveglianza attiva, o la chirurgia definitiva» commenta Jan Sheringham, specialista di medicina di famiglia. «Sì, non nuocere è il nostro primo dovere, ma credo che possiamo effettivamente causare un danno non facendo questo test in modo adeguato e secondo le nostre conoscenze attuali» conclude.

 

Ultimo aggiornamento

15 Gennaio 2017, 12:32

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