Morbillo a Bari. Ricciardi (Iss): “Casi che ci devono preoccupare. Allentare ora obbligo darebbe segnale di disimpegno” (da quotidianosanita.it del 12 novembre 2018)

Data:
12 Novembre 2018

Il presidente dell’Istituto superiore di sanità commenta i recenti casi di morbillo al Giovanni XXIII : “Come volevasi dimostrare la situazione del morbillo non è assolutamente sotto controllo è allarmante”. E poi ribadisce la posizione già espressa in audizione in Senato: “In questa fase allentare l’obbligo vaccinale è pericoloso anche perché darebbe segnale disimpegno”. E poi rilancia: “Ora prevedere obbligo per operatori sanitari”.

12 NOV – I casi di morbillo a Bari “ci devono preoccupare perché come volevasi dimostrare la situazione del morbillo non è assolutamente sotto controllo è allarmante. Si è creata in Italia dal 1999, da quando il Parlamento ha abrogato l’obbligo di iscrizione a scuola con il certificato di vaccinazione, una vera e propria bomba microbiologica. Voi pensate che i bambini che non si sono vaccinati nel 1999 oggi hanno 18-19 anni e sono decine di migliaia; vivono e si muovono e il morbillo è un virus tra i più contagiosi che esistono”. È quanto afferma il presidente dell’Iss, Walter Ricciardi commentando i casi di morbillo riscontrati all’ospedale Giovanni XXIII di Bari.

Ricciardi in questo senso ribadisce anche la posizione già espressa la scorsa settimana in audizione al Senato sul Ddl vaccini: “In questa fase allentare l’obbligo vaccinale è pericoloso anche perché darebbe segnale disimpegno”.
“Pensate – ha poi approfondito – che in Usa il morbillo non esiste più, non ci sono più casi autoctoni. Come si è determinata questa situazione? Con la collaborazione di tutte le componenti della società: la scienza che ha messo a disposizione i vaccini e in alcuni stati l’introduzione dell’obbligo. Scelte che servono per proteggere la popolazione e i bambini come quello di 11 mesi che a Bari è gravissimo perché non si poteva vaccinare. E in Italia questi bambini che non si possono vaccinare, perché ancora piccoli o perché hanno problemi di immunodepressi, sono migliaia: Abbiamo più di mille oncologici e più di 10 mila immunodepressi. Se il Paese non si rende conto che questa battaglia va fatta in maniera convinta, fenomeni di questo tipo ne continueremo a vedere tanti.”

Ma il presidente rilancia anche l’idea di estendere l’obbligo vaccinali agli operatori sanitari. “È arrivato il momento di prevedere l’obbligo vaccinale anche per gli operatori sanitari. Per tanti anni abbiamo esercitato una attività di persuasione e formazione ma se non si supera il 15-20% di vaccinati è chiaro che serve l’obbligo. Alcune regioni come l’Emilia Romagna, che si è mossa in questo senso l’hanno fatto, ma credo che ora tocchi al Paese”.

“I professionisti della sanità e quelli della scuola non vivono la vaccinazione come dovrebbero, come un obbligo morale, ma come una costrizione per cui non abbiamo più del 10-15% di persone che in questi mondi si vaccinano – aggiunge Ricciardi – E queste sono persone che possono prendere la malattia, in media vanno in ospedale nel 40-50% dei casi e quando uno si prende il morbillo in età avanzata è una patologia complicata e lo trasmette. Quello che si è verificato a Bari è emblematico”.

Ultimo aggiornamento

13 Novembre 2018, 05:26

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