Istituto superiore di Sanità: cresce l’antibioticoresistenza. I livelli italiani tra i più alti.

Data:
16 Novembre 2013

I dati di antibiotico-resistenza provenienti dall’Europa, mostrano un panorama poco confortante: nel giro di 4 anni è aumentata notevolmente la resistenza in due specie di batteri sotto sorveglianza: Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae.
Per questo motivo, spiega l’Iss, è importante tenere accesa l’attenzione anche attraverso la Giornata degli Antibiotici, un’iniziativa europea per la salute dei cittadini promossa dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie (ECDC) di Stoccolma che si tiene ogni anno intorno al 18 novembre.
La Giornata è dedicata all’approfondimento del problema della resistenza agli antibiotici e della necessità dell’uso appropriato di questi farmaci per mantenere il più a lungo possibile la loro efficacia nel trattamento delle infezioni.
Questa iniziativa è stata introdotta da alcuni anni poiché l’antibiotico-resistenza è divenuta uno dei problemi principali di sanità pubblica che minacciano la salute dei cittadini europei.
L’antibiotico-resistenza determina difficoltà o impossibilità a trattare efficacemente alcune infezioni batteriche, con aumento dei tempi di ospedalizzazioni, costi dell’assistenza sanitaria e mortalità.
I dati europei
I dati europei confermano l’aumento della resistenza in due specie di batteri sotto sorveglianza: Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae.
Queste due specie, responsabili di infezioni urinarie, sepsi ed altre infezioni nosocomiali, mostrano un aumento nelle percentuali di resistenza alle cefalosporine di terza generazione, fluorochinoloni ed aminoglicosidi, resistenze che sono spesso combinate tra di loro generando batteri multi-resistenti, causa di infezioni difficilmente trattabili.
Negli ultimi anni tra le resistenze si è aggiunta quella ai carbapenemi, antibiotici di ultima risorsa, che può rendere l’infezione praticamente intrattabile.
La diffusione
L’antibiotico-resistenza non è uniforme nei paesi dell’Unione Europea, ma è maggiore nei paesi del sud e dell’est Europa, tra cui l’Italia.
L’antibiotico-resistenza in Italia è monitorata dal progetto AR-ISS, una sorveglianza sentinella coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, che riversa i dati nella sorveglianza Europea EARS-Net.
L’Italia, spiega ancora l’Iss, è nel gruppo di paesi con livelli di resistenza più alti nella maggior parte delle specie patogene sotto sorveglianza.
In particolare:

-alta resistenza ai carbapenemi in Klebsiella pneumoniae, che si è attestata al 29% degli isolati da batteriemie.
Per questa resistenza l’Italia è seconda solamente alla Grecia e rappresenta una vera anomalia rispetto alla grande maggioranza dei paesi europei

-alta resistenza alle cefalosporine di 3a generazione (>25%) e ai fluorochinoloni (>40%) in Escherichia coli, anche combinata

-alti livelli di resistenza ai carbapenemi in Acinetobacter

-persistenza di un alta percentuale (35%) di stafilococchi resistenti alla meticillina (MRSA) a fronte di una diminuzione in molti paesi dell’Unione Europea

Interventi scarsi

A fronte di una sorveglianza dell’antibiotico-resistenza che descrive puntualmente ogni anno una problematica situazione italiana, gli interventi che sono stati messi in atto sono scarsi e parcellari.
Una circolare del Ministero della Salute del febbraio scorso ha invitato le Regioni a segnalare i casi di sepsi/batteriemie da enterobatteri resistenti ai carbapenemi ed ha proposto linee guida per il controllo.
Interventi multi-settoriali che riguardano l’uso di antibiotici e strategie di controllo delle infezioni in tutti gli ambiti dell’assistenza sanitaria (ospedali per acuti, lungodegenti, strutture territoriali e cure ambulatoriali) sono necessari per prevenire un ulteriore aumento dell’antibiotico-resistenza e mantenere almeno in parte l’efficacia di questi farmaci preziosi per la salute.

L’informazione

Per contribuire alla sensibilizzazione dei cittadini europei su questo problema, l’ECDC ha prodotto un breve filmato che ha tradotto in tutte le lingue dell’Unione Europea nel quale l’uso improprio degli antibiotici viene paragonato a quello di una lampadina che resta accesa di giorno e che di notte, al momento del bisogno, sarà esaurita.

Le regole di corretto uso

Gli antibiotici sono farmaci preziosi, ma vanno usati correttamente e con equilibrio, altrimenti rischiano di perdere l’efficacia grazie alla quale hanno contribuito significativamente ad abbattere la mortalità dovuta alle malattie infettive.
Usare gli antibiotici in maniera responsabile significa tutelare la salute di tutti poiché il loro cattivo utilizzo rischia di rendere più forti i batteri aumentare la diffusione delle infezioni e diminuire le nostre armi per combatterle.
Ecco cinque pratiche regole per farne un corretto uso, pubblicate dall’Iss:

Gli antibiotici combattono i batteri. Non prenderli in caso di raffreddore o influenza

Gli antibiotici non curano i virus e non servono neanche a prevenirli

Assumi gli antibiotici solo dietro prescrizione medica

Assumi gli antibiotici seguendo esattamente la posologia indicata dal medico

Se assumi troppi antibiotici o li sostituisci spontaneamente rischi di farli diventare inefficaci


Ultimo aggiornamento

16 Novembre 2013, 10:02

Commenti

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Salvataggio di un cookie con i miei dati (nome, email, sito web) per il prossimo commento

Powered by Cooperativa EDP La Traccia