Ingresso nel Ssn da specializzandi, giovani medici divisi. Ecco perché rischia di essere boomerang (da Doctor33 del 12 giugno 2019)

Data:
12 Giugno 2019

Divide i giovani medici l’emendamento 12.200 al decreto legge Calabria che, in linea con la Finanziaria 2019, consente fino al 31 dicembre 2021 di entrare nelle graduatorie dei concorsi da dirigente medico sia agli specializzandi all’ultimo anno sia a quelli al penultimo, per assunzioni a termine e part-time. Sul testo e sui suoi benefici per i camici bianchi, c’è il favore di Anaao Assomed ma ci sono perplessità di altre sigle. Come FederSpecializzandi, il cui presidente Stefano Guicciardi pone un problema di lettura della norma. Che vale fino al 2022, consente ingaggi entro i limiti di spesa per il personale Ssn, si trasforma in assunzione a tempo indeterminato solo una volta conseguito il titolo di specializzazione. «Per com’è scritta, sembrerebbe che lo specializzando trasformi il suo contratto da tempo determinato a tempo indeterminato. In questo caso la prospettiva sarebbe sicuramente positiva. Ma se così non fosse e l’azienda interrompesse il contratto – riflette Guicciardi -a cosa sarebbe valso questo intervento? Ad assumerci per alcuni mesi o anni responsabilità da dirigenti, pur privi di una formazione completa? In tal caso, quale sarebbe il vantaggio? Visto che la scelta è volontaria, converrebbe a questo punto restare nell’alveo dell’attuale formazione, tutelata quanto a responsabilità, completarla e candidarsi poi ai concorsi, tanto più che già oggi è possibile partecipare all’ultimo anno e lo specialista è figura ricercata. Peraltro, con questo doppio contratto si creerebbero disparità nel percorso formativo degli specializzandi agli ultimi anni, con diverse retribuzioni e condizioni lavorative rispetto a coloro che decidessero di rimanere nell’attuale inquadramento».
Non è l’unica perplessità che esprime Federspecializzandi. In un recente documento, sottoscritto anche da Sigm e Cosmeu (altre due sigle di medici in formazione) l’associazione ha messo a fuoco altre possibili carenze del dispositivo di legge. «In primo luogo, ci chiediamo come e in quale misura si trovi il modo di applicare a questa fattispecie il contratto della dirigenza medica – spiega Guicciardi -e in parallelo ci chiediamo in base a quali criteri conti il legislatore di certificare la competenza del singolo da un lato e la raggiunta autonomia dall’altro. Siccome ad oggi non esistono piani formativi nazionali dettagliati e strutturati per competenze per ogni singola scuola di specializzazione, non è chiaro né chi certificherà cosa, specie se si considerano le enormi differenze formative esistenti tra le scuole di specialità. Il rischio è che si imponga estrema discrezionalità nel processo, e che le responsabilità assunte dal medico siano sproporzionate rispetto alle competenze. Altra perplessità è sul divieto di cumulare il contratto con l’attuale borsa di formazione. L’emendamento, in maniera poco chiara, afferma infatti che l’assunzione degli specializzandi con qualifica di dirigente sarebbe a tempo determinato con orario parziale: se alla fine, in ragione della condizione part-time, la retribuzione restasse simile a quella dell’attuale borsa o molto vicina -25 mila euro annui i primi due anni e mille in più l’anno gli altri 3 anni- ci troveremmo responsabilità sproporzionate; sul fronte formazione, diventando anch’essa a tempo parziale, invece si correrebbe il rischio di allungare il periodo del corso, in quanto i crediti universitari da totalizzare sono comunque fissati per legge». Insomma, a fronte della prospettiva positiva di un inquadramento a tempo indeterminato immediato del neo-specialista, ci sono le incognite legate a un iter teso di fatto a gravare meno sull’ateneo e più sulle regioni alla disperata ricerca di personale.«In conclusione, crediamo che la proposta di assumere specializzandi sia una soluzione tampone calata dall’alto che scarica sugli anelli più deboli della catena decenni di definanziamento e programmazione scriteriata nel SSN, utilizzando purtroppo gli specializzandi da jolly tuttofare allo scopo unico di sbloccare risorse. Interventi di sistema e riflessioni su qualità formativa, non pervenuti. Vogliamo una riforma radicale del sistema delle Scuole di Specializzazione che abbia al centro le necessità del medico in formazione, non assurde rivendicazioni sull’organico di primari ospedalieri o baroni universitari». FederSpecializzandi chiede una migliore programmazione dei posti e lo stop di qualsiasi proposta volta a creare canali formativi paralleli, su base regionale; chiede inoltre l’aumento straordinario dei contratti di formazione specialistica in funzione della capacità massima della rete formativa; l’introduzione, per ogni specialità, di core curricula nazionali strutturati per competenze; l’avvio di sistemi di accreditamento per tutor e docenti di tutte le Scuole; soprattutto, chiede migliori condizioni lavorative ed economiche per i medici Ssn.

Ultimo aggiornamento

12 Giugno 2019, 23:01

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