Giannini: «Test di medicina di nuovo a settembre e più borse di studio per gli specializzandi» (da IlSole24OreSanità del 14 gennaio 2015)

Data:
14 Gennaio 2015

L’abolizione del test per l’ingresso alla Facoltà di Medicina per ora è rinviata, almeno di un anno. Perché nella «prima decade di settembre» ci saranno ancora i contestati quiz, anche se modificati e «più coerenti e mirati al percorso di studi» e con gli atenei che potranno dare una mano a preparare gli aspiranti medici ai test. L’atteso annuncio è del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, durante la sua audizione nelle commissioni riunite Cultura e Affari sociali della Camera. Dal ministro è arrivata anche la conferma di un riordino del percorso post laurea: per i futuri camici bianchi ci saranno più borse di studio per le specializzazioni, la cui durata sarà ridotta in media di un anno.

Tornano i test a settembre, ma saranno «più mirati»
I test d’ingresso per le facoltà di Medicina torneranno a svolgersi a settembre, presumibilmente nella prima decade. Tramonta, quindi, l’esperimento fatto lo scorso anno ad aprile così come torna nei cassetti, almeno per ora, il progetto lanciato dallo stesso ministro Giannini di abolizione dei test che avrebbe aperto a tutti l’iscrizione a Medicina con uno sbarramento forte però dopo il primo anno (il cosiddetto modello francese). I prossimi test di settembre saranno «anticipati da una preparazione più mirata alle prove che gli atenei si sono detti disponibili a organizzare», ha chiarito il ministro. Che ha ribadito il mantenimento dell’accesso programmato: «Toglierlo significherebbe – ha spiegato – tornare indietro di decenni e non assicurare una formazione di qualità». La Giannini ha anche annunciato un intervento per ridimensionare a un livello “fisiologico” l’«enorme domanda» per le facoltà di Medicina: «Attiveremo da quest’anno prime forme di orientamento per gli studenti delle superiori anche attraverso test autovalutativi che sondino inclinazioni e attitudini». Resta poi il discorso in prospettiva: «Se con un valido orientamento riusciremo a ridimensionare la domanda di iscrizioni a Medicina – chiarisce la Giannini – ci sono strumenti di valutazione che, personalmente, ritengo più efficaci come, ad esempio, il modello francese» che è un sistema «eticamente più accettabile».

Più borse di studio per gli specializzandi medici

La Giannini ha anche annunciato un intervento per evitare l’effetto imbuto per chi intraprende il percorso di studi in Medicina: «Sono 63 mila i candidati potenziali alle Facoltà di Medicina, 12 mila i laureati che provano l’accesso alle Scuole di specializzazione e 8.200 i posti previsti con le borse di studio. Il quadro è quello di un imbuto decrescente che crea un’aspettativa all’inizio». «Deve essere invece corretta ed equilibrata – spiega il ministro – la corrispondenza tra quanti medici si laureano e quanti poi saranno gli specializzandi che riusciamo a garantire». Da qui l’intenzione del Governo di aumentare le borse di studio per le specializzazioni mediche la cui durata sarà tra l’altro ridotta in media di un anno. Le borse, ha specificato la titolare del dicastero di Viale Trastevere, «saranno incrementate in modo diretto con uno sforzo economico del Miur e indiretto con un’intesa con il ministero della Salute, nel quadro del Patto per la Salute». «In questo secondo caso ha concluso il ministro – saranno finanziate dalle Regioni».

Raffaele Calabrò bene numero programmato, tutto il resto è vago. L’unica buona e certa notizia che si può trarre dall’audizione del Ministro dell’Università, Stefania Giannini, sul sistema di accesso alla facoltà di medicina è che per il prossimo anno resta il numero programmato, tutto il resto è ancora vago. Afferma Raffaele Calabrò, capogruppo AP-Ncd in Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati: «Condivido la preoccupazione della Giannini sul gap tra domanda di accesso, capacità di offerta formativa e ancorché più sulla disponibilità di risorse per l’assegnazione delle borse di specializzazioni, un po’ meno gli strumenti che vorrebbe ( il condizionale al momento è d’obbligo per mancanza di replica dovuta ai tempi stretti e a una certa vaghezza) approntare per colmare il divario. Per quanto mi riguarda, resta il no al sistema francese, il sì a borse di specializzazioni finanziate con fondi regionali, ma certo non con il fondo sanitario regionale e il decisivo sì a un ruolo decisivo del Parlamento nella riforma dei test di accesso».

Ultimo aggiornamento

15 Gennaio 2015, 17:32

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