Francia chiama Italia, si cercano medici. Ecco come inserirsi (da DoctorNews33 del 19 gennaio 2017)

Data:
19 Gennaio 2017

Non solo Inghilterra e Germania, anche la Francia ha bisogno di medici, soprattutto di famiglia, nelle aree rurali. Il Corriere della Sera cita il caso di Thourotte, nel Nord, che accoglierà sette nostri connazionali, quattro medici di famiglia e tre specialisti territoriali. Intanto, anche nei bollettini degli Ordini delle città frontaliere “tengono banco” gli annunci di società francesi che cercano personale sanitario in Italia. Più spesso il contatto arriva ad personam, via e-mail personalizzata. E gli esodi sono centinaia. Crescono a dispetto dell’ostacolo della lingua. Francia chiama Italia, ma perché? «Per via dell’età media elevata, non solo in Italia ma anche in Francia, i medici vanno in pensione a ritmi sempre più elevati. E a spopolarsi – spiega Irina Grigorescu, dell’Agenzia Medicis Consult, che cerca competenze da noi -sono soprattutto piccoli centri rurali dove i medici sono stati sempre pochi. Ma questo avviene proprio mentre queste aree diventano residenza di pendolari che si spostano ogni giorno verso Parigi o altre aree produttive, e crescono di taglia».
Servono medici specialisti negli ospedali francesi, dove non c’è più l’ostacolo della cittadinanza per essere assunti come dipendenti della funzione pubblica con contratto di “praticien contractuel”, inizialmente a tempo determinato e, dopo due anni a tempo indeterminato « praticien hospitalier » , con stipendio da 4 mila euro mensili al netto delle guardie e degli straordinari. Ne servono nelle associazioni dei medici del lavoro, enti no profit che, organizzati a livello dipartimentale, effettuano la sorveglianza sanitaria dei dipendenti e, finanziati dalle imprese, stipendiano sempre più camici italiani. E ne servono ancor di più, ora, con la vocazione di medico di famiglia nei borghi di là delle banlieue metropolitane, anche se il nostro triennio formativo è solo in parte sovrapponibile al titolo specialistico rilasciato dalle scuole quadriennali degli atenei francesi. «Avviene che anche i comuni ci chiedano il medico, il sindaco metta a disposizione un alloggio per sei mesi, e magari persino lo studio, a tempo», conferma Grigorescu.
Come attrezzarsi? In attesa che diventi operativo l’iter comunitario e ogni medico sul territorio Ue si doti di “tessera europea”, il medico che voglia esercitare in Francia deve fare domanda al Consiglio dell’Ordre des Medecins del Dipartimento dove fissa la residenza professionale o dov’è domiciliato L’Ordine gli consegnerà un form da riempire in doppia copia che contiene la lista dei documenti da fornire. Si deve produrre: fotocopia della carta d’identità (o estratto dell’atto di nascita); copia accompagnata da traduzione certificata (l’elenco dei traduttori giurati è sul sito dell’Ambasciata di Francia) dei diplomi di laurea e di specialità con gli attestati relativi. Questi ultimi possono essere rimpiazzati da un certificato consegnato dall’Autorità competente dello Stato Membro (il Ministero della Salute) che indichi che il medico esercita in modo lecito ed effettivo sul territorio italiano almeno da tre anni o lo ha fatto per 3 anni nel corso degli ultimi 5 ante-consegna del certificato. Servono anche un estratto del casellario giudiziario non troppo datato e la dichiarazione prodotta dal Ministero della Salute (tramite Federazione degli Ordini), che certifichi l’assenza di pendenze disciplinari in Italia. Infine, va prodotto il certificato d’iscrizione all’Ordine dei medici di provenienza. Per esercitare da medico di famiglia in Francia la Sécurité Sociale richiederà altra documentazione sul titolo ai fini dell’iscrizione: occorrerà pagare una quota e dotarsi del lettore della Carte Vitale, che è la tessera sanitaria dei cittadini iscritti alla Sécurité (che, finanziata con le tasse, copre il 75% delle spese sanitarie dei Francesi). «Un généraliste inizia magari con sei visite al giorno e presto diventano 20-30 contatti quotidiani. E nel frattempo affronta lo scoglio della lingua, passo dopo passo», spiega Grigorescu. «Diversamente che in Germania o Svizzera non sono richiesti certificati di lingua ufficiale, all’inizio – portati gli attestati di conformità all’Ordine – è sufficiente dimostrare un livello essenziale, anche A2, sul luogo dove si lavorerà; dopodiché l’Ordine per l’iscrizione ufficiale all’albo medici chiederà un colloquio che in genere avviene a distanza di tre mesi dall’insediamento, durante i quali il medico avrà coltivato il francese in modo da avvicinarsi a un livello B1, in cui si parla e ci si fa capire. Da una parte l’Ordre des Medecins è un po’ più esigente del sindaco o dell’ospedale, dall’altra tiene conto di quanto ha fatto il medico fin qui e della sua vocazione».

Mauro Miserendino

Ultimo aggiornamento

28 Gennaio 2017, 20:31

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