Cosa si aspetta l’Ordine dei Medici di Latina dalla Conferenza provinciale dei Sindaci sulla sanità riguardo i Punti di Primo Intervento prevista per il 10 ottobre 2018

Data:
6 Ottobre 2018

Sarebbe utile conoscere da parte della ASL Latina i seguenti dati per metterli a disposizione dei Sindaci e dei cittadini che rappresentano:

1.quanti e quali sono gli operatori sanitari in forza ai PPI e suddivisi per ciascun PPI

2. quali sono i costi annuali del personale e dei beni

3.quanti interventi sono stati eseguiti nel 2017 nel totale e per ciascun PPI e suddivisi per codice di gravità e per fascia oraria

4.quale è stato l’esito degli interventi e quanti sono stati i trasporti di emergenza presso i Pronti Soccorsi/DEA (ARES) e quanti quelli di trasporto intraospedaliero (UCTO)

5.Quali soluzioni alternative ai PPI potrebbero assicurare lo stesso livello attuale di assistenza o migliorarlo.

6.Nel caso della soluzione alternativa più “gettonata” e cioè l’ambulanza medicalizzata, la stima di quanti interventi si prevede debbano essere effettuati, dell’ulteriore numero di ambulanze sarebbe necessario aumentare per mantenere l’attuale livello di assistenza nel resto del territorio e quanto sarebbe l’ulteriore costo complessivo suddiviso per personale e per beni.

LA POSIZIONE DELL’ORDINE DEI MEDICI DI LATINA SULLA PROBLEMATICA DEI PPI

L’Ordine dei Medici ha sempre sostenuto la necessità di riflettere per tempo sulle possibili conseguenze negative derivanti dalla chiusura dei sette Punti di Primo Intervento (PPI) della nostra Provincia in assenza di una valida alternativa.

Ormai, tutti i consigli comunali dei territori dove sono insediati i PPI si sono espressi in tal senso con motivazioni che l’Ordine condivide.

In questo caso non si tratta di “campanilismo”.

Si vuole applicare un modello di assistenza che forse potrebbe essere applicato con successo in una area metropolitana ma si resta perplessi e preoccupati sulle conseguenze se realizzato in un territorio quale quello della nostra provincia caratterizzato da diffusi insediamenti di popolazione distanti dai presidi ospedalieri e serviti da una non scorrevole rete viaria. Un territorio soggetto a elevato aumento di popolazione nella stagione estiva e da difficoltà di collegamenti nella stagione invernale.

Al di fuori di una generica ricognizione del numero degli interventi effettuati dai PPI effettuata peraltro in anni passati, circa 70.000 nell’intera provincia, nulla di più si conosce sulle  peculiari attività di ciascun PPI: il codice di urgenza registrato all’ingresso, gli esiti degli interventi, l’entità del personale sanitario impiegato, l’esistenza o meno dell’inserimento nella rete informatica del sistema urgenza – emergenza, ecc.

Non siamo a conoscenza del modello alternativo di assistenza in caso di chiusura dei PPI, non siamo a conoscenza di una analisi delle conseguenze sulle attività dei Dipartimenti di emergenza urgenza dei presidi ospedalieri di Latine e Formia e dell’ARES 118.

Non appena la ASL sarà in grado di fornire tali informazioni, l’Ordine ritiene che debbano essere messe a disposizione dei Sindaci nella sede naturale dove poter pronunciarsi collegialmente e cioè la Conferenza provinciale sulla Sanità.

Ultimo aggiornamento

6 Ottobre 2018, 14:11

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