Commissione Ue. Ultimatum all’Italia per far rispettare i tempi di riposo dei medici

Data:
31 Maggio 2013

Tra due mesi il nostro Paese potrebbe essere deferito alla Corte di Giustizia se non si adeguerà a quanto prescritto dalla direttiva sull’orario di lavoro. Il limite delle 48 ore settimanali, infatti, come quello del periodo minimo di riposo giornaliero di 11 ore non viene rispettato.

I medici italiani lavorano troppo per la Commissione europea che ha chiesto che siano rispettati i loro diritti al riposo minimo quotidiano e settimanale.
Se entro i prossimi due mesi l’Italia non si adeguerà a quanto prescritto dalla direttiva sull’orario di lavoro, rischia il deferimento alla Corte di giustizia europea.
In base alla legislazione italiana numerosi diritti fondamentali stabiliti nella direttiva sull’orario di lavoro, quali la durata media dell’orario settimanale limitata a 48 ore e un periodo minimo di riposo giornaliero di 11 ore, non si applicano agli "amministratori" che lavorano presso il Servizio sanitario nazionale.
La direttiva consente agli Stati membri di derogare ai suddetti diritti quando si tratta “di dirigenti o di altre persone aventi potere di decisione autonomo”.
I medici che lavorano per la sanità pubblica italiana, tuttavia, sono classificati ufficialmente come “amministratori" senza godere necessariamente di prerogative dirigenziali o di autonomia rispetto al proprio orario di lavoro.
Ne consegue un’ingiusta privazione dei diritti garantiti loro dalla direttiva sull’orario di lavoro.
Il sollecito della Commissione è arrivato sotto forma di parere motivato nel quadro dei procedimenti di infrazione dell’Ue.


Ultimo aggiornamento

31 Maggio 2013, 06:03

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