CHI LAVORA TROPPO RISCHIA LA DEMENZA

Data:
28 Febbraio 2009

CHI LAVORA TROPPO RISCHIA LA DEMENZA
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Lavorare troppo fa male. Questa convinzione popolare, fortemente radicata negli scansafatiche, sembra ora trovare una conferma scientifica in uno studio finlandese.
Una ricerca del Finnish Institute of Occupational Health, pubblicata sull’American Journal of Epidemiology, indica infatti che chi trascorre troppe ore in ufficio va incontro a seri rischi di demenza: non sono più, dunque, solo lo stress, la stanchezza e le posture sbagliate le conseguenze di un orario lavorativo troppo prolungato.
Il pericolo di sviluppare patologie neurodegenerative è più alto in chi ha già superato i 50 anni e lavora, come detto, per più di 55 ore alla settimana.
Il popolo più stakanovista in Europa sembra essere quello britannico. La dottoressa Marianna Virtanen e il suo gruppo di studiosi hanno analizzato i dati di 2216 inglesi giungendo alla conclusione che il superlavoro espone alla demenza. Il gruppo esaminato era composto da persone cinquantenni: in esso il 39% lavorava meno di 40 ore alla settimana, il 53% tra le 41 e le 55 ore settimanali e l’8% trascorreva in ufficio più di 55 ore a settimana.
Gli esperti hanno sottoposto i partecipanti alla ricerca a test cognitivi, scoprendo che chi lavorava per troppo tempo aveva problemi con la memoria a breve termine e faceva fatica a ricordare le parole. I dottori, dai risultati ottenuti, sono arrivati addirittura a paragonare il superlavoro al fumo come fattori che aumentano il pericolo di una demenza.
I dipendenti pubblici inglesi, valutati nell’indagine scientifica, si sono sottoposti a cinque diversi test cognitivi in diversi periodi: una prima volta tra il 1997 e il 1999, una seconda tra il 2002 e il 2004.
I risultati peggiori in queste prove li ottenevano coloro che lavoravano di più, mostrando difficoltà nel ragionamento e nella memoria: gli effetti deleteri del superlavoro, inoltre, si cumulavano, perchè i risultati dei test peggioravano di pari passo con l’aumento del tempo trascorso in ufficio.
Gli studiosi finlandesi ancora non hanno individuato le cause precise che collegano un orario lavorativo troppo lungo con una degenerazione cognitiva e neuronale, ma avanzano alcune ipotesi:
chi lavora troppo spesso dorme male, impedendo così al cervello di elaborare correttamente i dati raccolti durante la giornata, e spesso segue uno stile di vita poco sano, con poco moto, un’alimentazione scorretta e alti tassi di stress, che portano a loro volta a danneggiare il sistema cardiovascolare e, di conseguenza, il cervello.
Molti di quelli che lavorano troppo, inoltre, bevono troppo alcol e cadono più facilmente in depressione, almeno stando a quanto riferiscono i ricercatori finlandesi, che però annunciano la necessità di ulteriori studi per approfondire gli effetti di un superlavoro sulla salute.
In conclusione: il lavoro nobilita l’uomo e l’ideale sarebbe svolgerne uno che sia pagato decentemente e che ci piaccia. Tuttavia, anche in ambito professionale, le esagerazioni si confermano nocive: meglio lavorare il giusto tempo, preservando le nostre facoltà mentali e il nostro benessere.

Ultimo aggiornamento

28 Febbraio 2009, 07:50

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