BARLETTA: 90mila euro per assistere i pazienti, ma non lo fa denunciato un medico (da FIMMG Roma del 30 giugno 2014)

Data:
1 Luglio 2014

(La Gazzetta de mezzogiorno): Gianpaolo Balsamo BARLETTA

Avrebbe percepito circa 90mila euro per «prestazioni aggiuntive» rese ai propri assistiti. Nel 2012 e 2013, in altre parole, il camice bianco in questione (il dott. Giulio Rondinone, medico «di famiglia» 54enne di Barletta), allo scopo di ottenerne il relativo compenso dalla Asl, avrebbe dichiarato di aver somministrato vaccini, sostituito flebo o di aver effettuato medicazioni, rimosso punti di sutura o attività di cateterismo. In questo modo sarebbe riuscito a mettere da parte un «gruzzolo» notevolmente superiore alla media dei suoi colleghi.

Peccato però che gran parte di queste cosiddette Ppip (Prestazioni a particolare impegno professionale) sono risultate mai effettuate, né presso il domicilio dei propri pazienti né presso l’ambulatorio dello stesso medico.

Ad accertarlo sono stati i finanzieri del Gruppo di Barletta ai comandi del colonnello Giuseppe Cardellicchio e coordinati dal capitano Carmelo Salamone. Le Fiamme gialle in particolare, nell’ambito di certosini controlli effettuati a tutela di una legittima e corretta spesa pubblica, a salvaguardia del bilancio dello Stato e della legalità economica, hanno controllato l’operato di alcuni medici di base del distretto sanitario ASL/BAT4 sospettati di aver ottenuto il pagamento di alcune «prestazioni aggiuntive di particolare impegno professionale» non eseguite. La loro attenzione, cioè, è stata posta soprattutto su alcuni «dottori» che ricevevano tali compensi in maniera costante, continuativa e consistente.

I Ppip, come detto, sono particolari interventi di medicina generale retribuiti mediamente con una ventina di euro a prestazione e rendicontate attraverso l’invio di elenchi riepilogativi mensili all’ Azienda Sanitaria da parte del medico, in autocertificazione. Da questi riscontri comparativi, pertanto, è emerso che il dott. Rondinone aveva attestato prestazioni aggiuntive per un importo notevolemente superiore a quello dei suoi colleghi.

A quel punto le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Antonio Savasta del Tribunale di Trani, insieme alle dichiarazioni di oltre 140 assistiti e ad alcune intercettazioni telefoniche, hanno consentito di accertare che il noto medico di famiglia massimalista avrebbe certificato false prestazioni aggiuntive.

Ma, accanto al fatto di essere prestazioni mai effettuate, le indagini dei finanzieri del Gruppo di Barletta hanno messo in luce sin dall’inizio la singolarità di alcuni casi. Molte prestazioni, infatti, sono risultate eseguite in periodi in cui il medico era impegnato in convegni fuori sede (Roma e Napoli) o nei confronti di assistiti deceduti da circa due anni o in carico ad altro medico di base.

Accertata, quindi, l’esistenza del particolare sistema di frode, i finanzieri hanno denunciato il medico di famiglia barlettano per truffa continuata in danno del Servizio Sanitario Nazionale e falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, reati per i quali il Gip del Tribunale di Trani, Luca Buonvino, ha disposto la misura interdettiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio.

La vicenda, in ogni caso, oltre ad ulteriori riscontri di natura fiscale, potrebbe avere per il medico barlettano anche delle ripercussioni per quanto riguarda il suo Ordine di appartenenza.

Ultimo aggiornamento

1 Luglio 2014, 14:45

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