(42) ENPAM – Oliveti – ADEPP: quando il passo è più lungo della gamba – Enpam, tra trasparenza insufficiente, controlli inefficaci e governance da rivedere (da quotidianosanita.it del 31 ottobre 2016)

Data:
31 Ottobre 2016

31 OTT  Gentile direttore,
recentemente la Fondazione Enpam è stata interessata da un ennesimo grave scandalo  relativo, in questo caso, ad Enpam Sicura, come tra l’altro documentato anche dalla circostanziata denuncia dello stesso dott. Giacomo Milillo, Presidente Enpam Sicura e Consigliere di Amministrazione Enpam.

La vicenda è senza dubbio grave e sono molte ed autorevoli a questo punto le richieste di commissariamento dell’Enpam, dagli Ordini dei Medici di Milano e Bologna e da vari sindacati medici, Cisl Medici / Fp Cgil Medici / Uil Fpl Medici / Simet e dai giovani Medici.

Tra l’altro questi sindacati, proprio in questa occasione, avevano segnalato la necessità di un Codice Etico in Enpam, inteso, ovviamente, sia come un insieme di norme, chiare e trasparenti, che regolino la Governance ed i controlli dell’Ente, ma anche in senso Hegeliano, cioè morale.

L’Enpam ha tempestivamente risposto a tale osservazione, asserendo di aver da tempo adottato un codice etico che è stato aggiornato nel 2013. Non parrebbe che sia proprio così.

Da quanto riportato dalla rivista online Doctor33 nell’articolo del dott. Franco Picchi, “Enpam: breve vita dell’Organismo di Vigilanza”  risulta che il Codice Etico era una delle componenti del progetto di adeguamento al D.Lgs 231/01, che era stato avviato in Enpam nel 2007/2008 e che prevedeva la realizzazione del Modello Organizzativo, conforme al D.Lgs 231/01, l’adozione di un Codice Etico e l’istituzione di un Organismo di Vigilanza, che ha tra i compiti anche la verifica del rispetto delle indicazione del Codice Etico.
 
Lo stesso Giornale della Previdenza, periodico informativo della Fondazione ENPAM,  nel numero 6/2008 scriveva: ”Con l’insediamento in data 30/05/2008 dell’Organismo di Vigilanza cui sono stati chiamati, in qualità di Presidente, il dott. Emidio Frascione,Presidente di Sezione presso il Consiglio di Stato e già Capo di gabinetto al Ministero della Salute e, come componenti, il dott. Bruno di Fortunato, Procuratore Regionale della Corte dei Conti per l’Abruzzo, e il dott. Alberto Proia, dirigente della Funzione Internal Auditing, si è completato il processo di adeguamento dell’Enpam al D.Lgs. 231/2001 sulla responsabilità di Enti e Società.”

Sempre nello stesso articolo del dott. Picchi si apprende che poco dopo, apparentemente senza motivo plausibile, l’Organismo di Vigilanza è stato revocato, facendo, di conseguenza, decadere il progetto di adeguamento al D.Lgs 231/01.
 
Peraltro già il precedente prodromico allontanamento del Dott. Alberto Proia, responsabile dell’Internal Auditng e Componente dell’Odv, sembrava in contrasto con lo statuto dell’ Organismo : ” ciascun componente dell’ Organismo di vigilanza non può essere revocato, salvo per giusta causa”.
 
Analogamente inascoltata è stata anche la circostanziata relazione-esposto del Presidente Emidio Frascione ai Ministeri Vigilanti e alla Corte dei Conti.
 
Solo la Corte dei Conti ha, almeno inizialmente, espresso delle perplessità, giudicando “la vicenda è invero singolare”.
 
Va rilevato anche che il dott. Francesco Verbaro, all’epoca Segretario Generale del Ministero del Lavoro e principale destinatario dell’esposto del dott. Frascione, ha poi avuto incarichi professionali dalla stessa Fondazione Enpam (Esperto Giuridico ).
 
Successivamente l’Enpam, dopo l’abolizione dell’Internal Auditing e dell’Organismo di Vigilanza, si è dotato, a titolo oneroso (compenso annuo: 60.000€ per il Presidente, 50.000€ per ciascuno degli altri due componenti), di un diverso Comitato di Controllo, non più conforme alle indicazioni del D.Lgs 231.
 
Va rilevato che componenti di questo Comitato, in chiaro contrasto con i principi di indipendenza, terzietà, incompatibilità e di economicità, risultano Angelo Buscema, in qualità di Presidente, magistrato della Corte dei Conti, organo già preposto al controllo dell’Enpam e Alessandro Diotallevi legato all’Enpam da un lungo rapporto professionale.
 
Per inciso l’avvocato Diotallevi è proprio il legale che ha assistito l’Enpam anche nelle vicende giudiziarie relative alla revoca dell’incarico del dott. Alberto Proia e alla sua sostituzione con il dott. Leonardo Di Tizio,attuale Direttore Generale di Enpam Real Estate. 
Su questi avvenimenti sarebbe opportuna l’attenzione  delle Autorità competenti.
 
Inoltre, dall’esame delle audizioni che la Commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, risulta che nella seduta del 28 maggio 2014, il Presidente della Fondazione Enpam, a una precisa richiesta sul tema, abbia dichiarato che la Fondazione Enpam era stata tra le prime ad adottare il decreto legislativo 231 del 2001 ed istituire il previsto Organismo di Vigilanza, ma che detto organismo è stato successivamente revocato a seguito di non meglio precisate «osservazioni ministeriali»;
di tali «osservazioni ministeriali» non vi è traccia documentale. La maggior parte delle altre Casse, invece si sono, nel tempo, correttamente adeguate al decreto legislativo 231 del 2001 ed hanno, pertanto, istituito l’Organismo di Vigilanza, che, come già detto, ha tra i compiti proprio la verifica del rispetto delle indicazione del Codice Etico.
 
Queste anomalie, che si protraggono da tempo, nel sistema di governance e di controllo dell’Enpam sono state evidenziate, in più occasioni, anche in interrogazioni parlamentari, quali quelle a prima firma dell’On.le Giulia Grillo (Interrogazione a risposta in commissione 5-07315 dell’11 Gennaio 2016 e 5-09047 del 30 giugno 2016).
 
Alla luce di quanto sopra risultano pertanto ben motivate le recenti richieste di commissariamento dell’Enpam, alle quali, ultimamente, si è unito anche il Sindacato dei Medici italiani SMI, e, più in generale, sulla base di quanto avvenuto e sta ancora avvenendo in questo Ente, è opportuno rivedere alcune delle norme di riferimento, in tema di controlli, anticorruzione e trasparenza.
 
Come già detto è evidente che sia necessario introdurre norme di tutela per i preposti agli Organi interni di controllo (in particolare Odv ex D.Lgs 231 e Internal Audit) che potranno essere rimossi solo in casi ben specificati e previa verifica di un soggetto terzo di garanzia (come già avviene per il Collegio Sindacale che può essere revocato solo con sentenza del Tribunale).
 
Inoltre maggiore attenzione dovrebbe essere posta anche sulle possibili “utilità”, quali ad esempio assunzioni a chiamata diretta, assegnazione di immobili in locazione e di incarichi.
 
Per quanto riguarda le norme sulla incompatibilità ed inconferibilità, i componenti di enti già preposti al controllo e alla vigilanza (es Magistrati della Corte dei Conti, Dirigenti dei Ministeri Vigilanti ecc..) non dovrebbero ricoprire alcun incarico, nemmeno a titolo gratuito, presso enti e società.
 
Analogamente non dovrebbero ricoprire incarichi in organi di controllo coloro che siano legati da un rapporto professionale con l’ente, o quantomeno lo siano stati negli ultimi 5/10 anni, (es. avvocato).
 
Per quanto riguarda la trasparenza tutte gli Enti e le Aziende della pubblica amministrazione (almeno quelle incluse nell’elenco Istat) dovrebbero pubblicare sul sito istituzionale i verbali del Consiglio e tutte le delibere, compresi gli allegati, anche relativamente alle precedenti gestioni, così come già fanno altre Casse. Quale motivazione ha l’Enpam per non farlo?
 
Prof. Salvatore Sciacchitano
Già Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi di Catania ed 
Ex Consigliere di Amministrazione Enpam

Ultimo aggiornamento

31 Ottobre 2016, 20:24

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