29 novembre2015 – Successo dei camici bianchi in piazza. Vogliamo essere interlocutori istituzionali del Governo e del Parlamento. Tutti devono capire che i medici sono un valore civile e sociale del Paese”.

Data:
29 Novembre 2015

Le foto scattate da Pasquale Milo

Il Palco e, a seguire, il nostro Segretario dell’Ordine

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PIATTAFORMA DELLA PROFESSIONE PER I PRINCIPI DEL SSN UNIVERSALITA’, EQUITA’, SOLIDARIETA’ E SOSTENIBILITA’ I MEDICI ITALIANI DENUNCIANO
Le politiche in atto che considerano la Sanità come puro costo e non come risorsa e volano della economia, stanno riducendo i livelli reali di assistenza e l’effettivo accesso alle cure, compromettendo in maniera progressiva il diritto dei cittadini alla tutela della salute: l’unico che la Costituzione italiana definisce fondamentale. La incapacità di Governo e Regioni nell’assicurare ai cittadini livelli uniformi di assistenza e di accesso alle cure a causa della ambiguità conflittuale creata dalla legislazione concorrente ex articolo 117 del Titolo V della Costituzione Lo spostamento dell’asse della politica sanitaria verso le Regioni con il corteo di piani di rientro e commissariamenti; i LEA sono realtà virtuali e la migrazione sanitaria ne è lo specchio La crescita della compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini, che già finanziano la Sanità con le loro tasse; ci sono fasce sempre più larghe di popolazione a rischio povertà che non accedono alle cure per difficoltà economiche La spersonalizzazione dell’assistenza e la compromissione della relazione di cura tra medico e paziente, per una illogica invadenza di norme nazionali e regionali che limitano la libertà di curare e il tempo della cura. La ricerca della appropriatezza passa attraverso burocratici criteri di prescrizione che minano l’autonomia, la libertà e la responsabilità della Professione medica imponendo ai cittadini prestazioni standardizzate La inefficacia delle azioni amministrative ed organizzative messe in atto negli ultimi dieci anni, da parte del Governo che delle Regioni. Non c’è alcun criterio di uniformità nel riordino della Rete ospedaliera, pubblica, accreditata e privata; manca la sincronizzazione con lo sviluppo di modelli consolidati di cure primarie La crisi del sistema della formazione medica, un imbuto che produce disoccupazione, incapace di rispondere alle necessità quantitative e qualitative di una sanità moderna coerente con i bisogni di salute; questo sistema formativo priva il SSN della possibilità di trasmettere, tra le generazioni, le competenze professionali L’esclusione della assistenza odontoiatrica dai LEA viene lasciata a totale carico del cittadino La mancata risposta alla crescente richiesta di assistenza Long Term Care, conseguente all’invecchiamento della popolazione, all’aumento dei malati cronici e alle difficoltà delle famiglie di farsi carico di problemi socio-assistenziali complessi La negazione di ruolo e valore del lavoro professionale nel Sistema Sanitario pubblico, con CCNL e Convenzioni mutilati e bloccati sine die per via legislativaL’uso intensivo del lavoro professionale e l’abuso di contratti atipici: quantità e qualità dell’assistenza sono possibili solo grazie all’impegno di professionisti, spesso precari Una governance delle aziende sanitaria, votata al puro controllo dei costi che considera i medici come anonimi fattori produttivi; gli ambiti di autonomia clinica sono gravemente limitati e si nega al medico il ruolo centrale ed esclusivo nelle funzioni di garanzia e di responsabilità sull’efficacia e sicurezza dell’intero sistema delle cure e nella tutela dei diritti costituzionali; i medici sono esclusi dai processi programmatori e gestionali delle attività sanitarie, demandati ad una tecnocrazia prevalentemente orientata al controllo dei costi.

PRIORITARIA UNA RIFORMA DELLA SANITA’ CHE ASSICURI
La salvaguardia dell’universalità del Diritto alla Tutela della Salute Il diritto alla tutela della salute va preservato anche attraverso la ridefinizione dei Livelli Essenziali di Assistenza, al cui riordino, secondo criteri basati su evidenze scientifiche, devono partecipare anche i rappresentanti delle società scientifiche e delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative; la sua fruibilità deve essere realmente ed omogeneamente garantita su tutto il territorio nazionale nel rispetto dei principi di equità e solidarietà. Il riconoscimento al medico ed all’odontoiatra del ruolo di prestatori d’opera intellettuale con garanzia di equilibrio tra la pubblica utilità e la autonomia del professionista Il riconoscimento del ruolo istituzionale dei professionisti medici attraverso le organizzazioni professionali, rappresentative e scientifiche, quali portatori di competenze tecnico professionali indispensabili; il riconoscimento per il medico e l’odontoiatra del loro ruolo fiduciario tipico di un rapporto di opera intellettuale, espressione di una autonoma capacità decisionale derivante da un lungo percorso formativo ed un forte accreditamento professionale sottoposto a controllo, regolazione e mantenimento da parte di organi dei professionisti ausiliari dello Stato (Ordini e Federazione). La coerenza e complementarietà degli ordinamenti professionali E’ necessario definire a livello nazionale, attraverso percorsi di condivisione, le competenze di ciascuna professione sanitaria; la leadership del medico nelle equipe multi professionali è funzionale alla sicurezza ed alla qualità delle cure.
La riforma della formazione
Dobbiamo garantire coerenza tra la programmazione della formazione pre e/o post laurea del medico e le esigenze del sistema sanitario nazionale, sia in termini qualitativi che quantitativi; la formazione specialistica, quella specifica in medicina generale e la laurea in odontoiatria devono vedere il coinvolgimento pieno delle strutture e dei professionisti operanti nel e per il SSN.

Un nuovo modello di Governance
Un servizio sanitario moderno ha bisogno di un diverso equilibrio tra le competenze ed i poteri, politico, manageriale e tecnico professionale, ma necessita anche di consenso sociale, di partecipazione attiva e propositiva dei cittadini e delle comunità, riconoscendo

I medici si rivolgono AI CITTADINI per sottolineare il concreto rischio che nei prossimi anni, in assenza di un progetto di respiro nazionale sulla sanità, sia vanificato il diritto costituzionale alla tutela della salute e si realizzi una sanità che lascia le persone più fragili e indifese a vivere come catastrofici gli eventi di malattia.

Chiedono AL GOVERNO un nuovo Patto che definisca una cornice  culturale, giuridica, amministrativa, civile e sociale nella quale perseguire una sanità con maggiore efficienza anche attraverso modifiche della organizzazione del lavoro; il ruolo dei più spazio e più peso alle associazioni di tutela e ai governi dei territori (municipalità, comuni, …) nella programmazione e valutazione degli obiettivi e dei risultati di salute. La governance non può essere imposta dall’esterno, ma nasce dall’interazione di molteplici attori che si autogovernano riferendosi alla medicina basata sull’evidenza, al ragionamento clinico, al progetto assistenziale, alla promozione della qualità e all’efficienza, in relazione alla sostenibilità economica delle scelte. Dobbiamo coinvolgere i cittadini nella valutazione e nelle modalità di erogazione di servizi e prestazioni sanitarie, sia perché costituisce un loro diritto, sia perché il loro contributo può migliorare l’appropriatezza della domanda.
Il ruolo e la regolamentazione dei Fondi Sanitari Integrativi
I Fondi Sanitari integrativi devono svolgere una funzione effettivamente complementare e integrativa delle prestazioni erogate dal SSN, prevalentemente orientata alla LTC ed all’assistenza odontoiatrica; questo per evitare che la spesa privata, a carico dei cittadini, alimenti un terreno di coltura per un’assistenza sostitutiva a esclusivo vantaggio delle società di assicurazione.

La riforma del Titolo V della Costituzione
Devono essere introdotti criteri di salvaguardia nazionale del diritto alla cura, equi ed uniformi su tutto il territorio nazionale, attraverso l’attribuzione al Parlamento della funzione legislativa ed al Ministero della Salute della funzione di coordinamento delle Regioni, alle quali restano affidati compiti di programmazione, organizzazione e gestione.
La revisione della Responsabilità professionale
Si impone una soluzione legislativa del contenzioso medico-legale, che lasciando indenne il Medico dalla azione diretta, definisca la responsabilità degli eventi avversi in capo a chi ha la responsabilità dei LEA e garantisca equi e rapidi indennizzi a chi ha subito un danno. I medici prendono atto che la Commissione Affari Sociali della Camera sta esaminando il testo del disegno di legge unificato sulla responsabilità professionale ma chiedono che si continui celermente su questo percorso.

MEDICI e il loro lavoro deve essere valorizzato e la professione assunta ad interlocutore istituzionale, in un nuovo modello di governance che garantisca l’equilibrio tra le risorse umane, sociali ed economiche. I medici rifiutano il ruolo di mero strumento delle organizzazioni sanitarie, lasciati soli a reggere l’immagine di un SSN che deve confrontarsi quotidianamente con le attese dei cittadini e quanto invece il Servizio può offrire. La sostenibilità del servizio sanitario passa per la valorizzazione e la responsabilità dei suoi professionisti ed il progresso di un Paese non può fare a meno dei Medici. Non si tratta solo del destino della sanità pubblica, quanto della stessa idea di Società, di Comunità e di Democrazia. Non sarà possibile mantenere un sistema di tutela della salute equo, solidale ed universalistico, se i Medici non vengono riconosciuti come vera risorsa civile, sociale ed economica del Paese.

Ultimo aggiornamento

29 Novembre 2015, 11:58

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